Così Ankara cerca di attrarre Kyiv nell’orbita turca per introdursi nei negoziati

Zelensky ha chiesto a Erdogan di partecipare al processo di pace insieme all’Unione europea e all’invio di forze di mantenimento della pace. Il presidente turco la vede come una grande opportunità per consolidare la sua influenza nell’Europa orientale e cerca di attrarre l’Ucraina nell’orbita turca

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky martedì scorso si è precipitato ad Ankara per cercare una nuova sponda dopo la decisione unilaterale degli Stati Uniti di avviare negoziati diretti con la Russia senza la presenza dell’Ucraina e dell’Unione europea. Kyiv vede nella Turchia un attore più affidabile e ritiene che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan possa avere leve maggiori nei confronti di Trump e Putin rispetto a quelle dei paesi europei. Ha chiesto espressamente a Erdogan di partecipare al processo di pace assieme all’Unione europea e all’invio di forze di mantenimento della pace. Erdogan, da leader scaltro e pragmatico, approfitta di ogni crisi e vede in questa una grande opportunità per consolidare la sua influenza nell’Europa orientale e dunque cerca di attrarre Kyiv nell’orbita turca e rafforzare una partnership strategica, soprattutto nel settore militare. Ankara non è mai stata un attore credibile tra Mosca e Kyiv, come ha dimostrato nell’aprile 2022. Più che un ruolo di facilitatore ha praticato una politica di equilibrismo tra Washington e Mosca: da una parte ha sostenuto militarmente l’Ucraina fornendo i suoi droni Bayraktar e ha chiuso gli stretti turchi alle navi militari russe, impedendo loro di entrare o uscire dal Mar Nero. D’altra parte, non ha aderito alle sanzioni occidentali contro Mosca e ha tenuto aperti i legami economici, regalandole un accesso cruciale al commercio globale, ai mercati e allo spazio aereo.


Durante la conferenza stampa congiunta il presidente turco ha fortemente insistito, come mai aveva fatto prima, sul “rispetto dell’integrità territoriale e della piena indipendenza dell’Ucraina, una condizione imprescindibile per la pace”. Inoltre ha detto di comprendere l’importanza per Kyiv di dotarsi di garanzie di sicurezza e dunque di sostenere l’adesione dell’Ucraina alla Nato, proposta questa definita “irrealistica” dal segretario alla Difesa americana Pete Hegseth. Questa posizione così netta è arrivata proprio mentre erano in corso a Riad colloqui diretti tra Stati Uniti e Russia e mentre la Francia intavolava un fallimentare vertice europeo. La compagnia di difesa turca Baykar del genero del presidente ha aperto suoi uffici a Kyiv per una produzione di droni avanzati Bayraktar, mentre la Marina turca sta costruendo per Kyiv una seconda corvetta, la cui consegna è prevista per il 2026. L’Ucraina sta anche producendo quelli che Zelensky ha definito “super motori” per il caccia di quinta generazione Kaan, l’aereo da combattimento nazionale turco. Per la Turchia, l’Ucraina non è solo un partner militare, ma un alleato strategico nell’equilibrio di potere del Mar Nero, porta d’accesso al Mediterraneo. L’unico accesso marittimo del Mar Nero al Mediterraneo è attraverso gli Stretti turchi (vale a dire il Bosforo, lungo il quale si trovano Istanbul, e i Dardanelli). La Convenzione di Montreux del 1936 assegna alla Turchia il ruolo di custode di queste acque strategiche, consolidando la sua influenza nella regione. Ankara è anche riuscita a scalzare Mosca dal porto di Latakia in Siria, dopo averle impedito nel 2019 di appropriarsi del porto di Tripoli in Libia e dopo averla depotenziata dal Caucaso meridionale nel 2022.



L’Ucraina incide particolarmente nel pensiero strategico turco – i due paesi sono in buoni rapporti sin dal 1991, anno dell’indipendenza di Kyiv da Mosca, Ankara l’ha coltivata come un alleato chiave contro la Russia e si adopererà, quindi, per preservare la sua sovranità, aiutandola a minare il dominio di Mosca sui suoi territori. Non solo i paesi europei, in particolare quelli orientali, ma anche la Turchia è rimasta spiazzata di fronte alla scelta di Trump di risolvere il conflitto in un rapporto diretto con Putin, marginalizzando l’Unione europea. Molte delle paure che hanno i paesi della Nato e del Mar Nero, in materia di sicurezza, sono condivise pienamente anche da Ankara. Un cambio di assetto in quel bacino, un cambio dei confini dell’Ucraina a vantaggio di Mosca, sono da scongiurare per la Turchia. L’espansione russa, infatti, è una minaccia alla sua sicurezza. Erdogan avversa l’annessione della Crimea e l’espansione russa nella regione. La Turchia difende inoltre le minoranze turcofone in Crimea e nel Caucaso e teme possibili aggressioni russe alla Georgia e alla Moldavia. E’ dal XVIII secolo che la Russia ha rappresentato una seria minaccia per la Turchia con la quale ha combattuto ben dodici guerre. Per questo Ankara sostiene militarmente l’Ucraina e cercherà di far sì Kyiv non cada sotto il controllo di Mosca.

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