Il nuovo piano del governo per la lotta all’antisemitismo

E’ stato presentato ieri in Cdm e si articola in cinque punti: dalla raccolta dei dati ai percorsi formativi nelle scuole

Una serie di strumenti in più per far fronte all’incremento di episodi di antisemitismo nel nostro paese, in crescita costante dal 7 ottobre in poi. E’ quel che ha predisposto il governo presentando il nuovo piano elaborato dal commissario straordinario per la lotta all’antisemitismo Pasquale Angelosanto, recepito nell’ultimo Consiglio dei ministri. Si tratta del primo documento elaborato dalla struttura commissariale sotto la guida dell’ex comandante del Ros. Un risultato a cui si è arrivati attraverso un gruppo tecnico di lavoro che ha coinvolto le principali associazioni dell’ebraismo come Ucei, Ugei, Cdec e Ihra.

Il piano si articola in cinque diverse linee d’azione. SI va dalla “ricerca e raccolta dati e analisi per definire il quadro di situazione e le sue matrici, tenerlo costantemente aggiornato, integrarlo e comunicarlo” alla “formazione nella scuola a tutti i livelli, nelle università e nel mondo dello sport e del lavoro, inclusa la Pubblica Amministrazione in tutte le sue articolazioni”. E’ prevista la “valorizzazione della cultura della memoria, attraverso l’individuazione di percorsi significativi e commemorazioni, promossa dal Ministero della Cultura e da enti e associazioni pubblici e privati, nella quale coinvolgere i Ministeri interessati e le istituzioni culturali”. Ma grande attenzione viene posta anche sulla “garanzia della sicurezza delle Comunità ebraiche e sullo sviluppo della conoscenza delle loro attività di vita e di culto”. Con un occhio sempre rivolto “alla dimensione digitale, coinvolgendo gli altri Stati, la Commissione europea, i grandi gestori e le istituzioni che assicurano monitoraggio e formazione nel settore”. Specifica, quest’ultima, particolarmente adatta al contesto italiano, dove secondo i dati raccolti dall’Osservatorio sull’Antisemitismo del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), le manifestazioni d’odio sono cresciute soprattutto online.

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