Finalmente un Sanremo reazionario

Carlo Conti e Gerry Scotti sono i presentatori più impolitici dai tempi di Mike Bongiorno o forse Nunzio Filogamo. E poi Achille Lauro in frac, Tony Effe senza tatuaggi, Massimo Ranieri che alza lo sguardo verso Dio

Sia lodato San Romolo che ha fatto la grazia di un Sanremo reazionario. A cominciare da Carlo Conti e Gerry Scotti, i presentatori più impolitici dai tempi di Mike Bongiorno o forse Nunzio Filogamo, passando per le mamme evocate e piante in conferenza e sul palco, viva sempre le mamme, e poi Achille Lauro in frac, Tony Effe senza tatuaggi, Massimo Ranieri che alza lo sguardo verso Dio (“un bacio come un padre, poi il segno della croce”), Lucio Corsi anni Settanta (fantastico anche il video), Francesco Gabbani anni Cinquanta, tutto Modugno e brillantina, il mio vincitore con il suo inno fatalista e romantico, “Viva la vita così com’è”, quanto di meno progressista.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

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