La banalità di un mondo sempre più “multipolare”

Secondo l’indice sulla sicurezza di Monaco un ordine frammentato è un ostacolo alla cooperazione globale. Il 2025 mostrerà se una “depolarizzazione” sarà nei piani, o se il mondo diventerà ancora più diviso di quanto lo sia adesso

Traduciamo l’executive summary del Munich Security Report 2025, pubblicato prima dell’inizio della conferenza di Monaco.




È diventata una banalità dei dibattiti di politica estera che il mondo stia diventando sempre più “multipolare”. Mentre dire che il mondo di oggi sia già multipolare è discutibile, la “multipolarizzazione” del mondo è un dato di fatto: da un lato, il potere si sta spostando verso un maggiore numero di attori politici che hanno l’abilità di influenzare questioni globali chiave. Dall’altro, il mondo sta vivendo una crescente polarizzazione sia tra, che all’interno di vari stati: questo sta ostacolando approcci uniti alle crisi e alle minacce globali.

Il sistema internazionale di oggi mostra elementi di unipolarità, bipolarità, multipolarità e non polarità. Eppure un continuo spostamento del potere verso un maggiore numero di stati in competizione per l’influenza è chiaramente distinguibile. In più, la multipolarizzazione è non soltanto evidente nella diffusione di potere materiale, ma nell’emergere di un mondo in cui i modelli di ordine multiplo coesistono, competono o si scontrano.

Nel mondo, questa multipolarizzazione genera sentimenti contrastanti. La lettura ottimistica evidenzia le opportunità per una governance globale più inclusiva e maggiori vincoli su Washington, vista a lungo come una potenza troppo dominante da molti. Nella lettura pessimistica, la multipolarizzazione aumenta il rischio di disordine e conflitto e sminuisce la cooperazione efficace. Mentre l’Indice di sicurezza di Monaco 2025 suggerisce che nel complesso, le persone nei paesi G7 sono meno ottimiste su un mondo più multipolare che gli intervistati nei paesi “Bics” (Brics senza la Russia), le opinioni nazionali sulla multipolarità sono modellate a partire da prospettive distinte sull’ordine internazionale attuale e su un futuro migliore.

Una grande strategia di internazionalismo liberale servirebbe al meglio gli interessi degli Stati Uniti: la vittoria presidenziale di Donald Trump ha distrutto i consensi sulla politica estera degli Stati Uniti post Guerra fredda. Per Trump e molti dei suoi sostenitori, l’ordine internazionale creato dagli Stati Uniti costituisce un evento negativo. Di conseguenza, gli Stati Uniti potrebbero abdicare al loro ruolo storico di garantire la sicurezza dell’Europa – con conseguenze significative per l’Ucraina. La politica estera degli Stati Uniti nei prossimi anni sarà probabilmente modellata dalla gara bipolare di Washington con Pechino. Questo, tuttavia, potrebbe accelerare la multipolarizzazione del sistema internazionale.

La Cina è il più prominente e potente sostenitore del mondo di un ordine multipolare, ritraendo se stessa come un difensore dei paesi del cosiddetto Sud globale. Eppure molti in occidente vedono la difesa per la multipolarità di Pechino come una copertura retorica per perseguire la competizione di grande potenza con gli Stati Uniti. Nonostante il considerevole successo della Cina nel radunare gli scontenti dell’attuale ordine globale, i progressi economici e militari del paese affrontano una serie di ostacoli locali.

Inoltre, sotto il presidente Trump, gli sforzi degli Stati Uniti di ostacolare la Cina saranno probabilmente intensificati – Pechino potrebbe però anche beneficiare del ritiro degli Stati Uniti dagli impegni internazionali o dell’alienazione da parte di Washington dei partner di lunga data.

Per l’Ue, che incarna l’ordine internazionale liberale, la crescente contestazione di elementi fondamentali dell’ordine pone una sfida particolarmente grave. La guerra della Russia contro l’Ucraina e l’aumento del populismo nazionalista in varie società europee, tra le altre, stanno mettendo elementi chiave della visione liberale dell’Ue in pericolo. La rielezione di Donald Trump potrebbe intensificare queste sfide e rianimare il dibattito se l’Ue dovrebbe diventare un polo autonomo nella politica internazionale. Potrebbe però anche incoraggiare i movimenti populisti che approfondiscono le divisioni interne dell’Europa e che minano le capacità dell’Ue di affrontare le crisi.

In questo secolo, nessuno stato ha fatto maggiori sforzi per rovesciare l’ordine internazionale come la Russia. Mosca incarna un ordine mondiale multipolare fatto di “stati civilizzati”, come la Russia percepisce se stessa. Paesi più piccoli – per la Russia, l’Ucraina conta come tale – cadono all’interno della sfera di influenza di uno stato civilizzato. Nonostante le discrepanze tra l’immagine di sé di Mosca e la sua effettiva base di potere, la Russia sta interrompendo con successo gli sforzi di stabilizzare l’ordine internazionale. Allo stesso tempo, sta affrontando crescenti problemi economici e le conseguenze dei suoi sforzi imperialisti. Se il paese può attuare la sua visione di sfere d’influenza multipolari dipenderà dal respingimento degli altri paesi.

In questo secolo, nessuno stato ha fatto più sforzi per rovesciare l’ordine internazionale come la Russia. Mosca incarna un ordine mondiale multipolare fatto di “stati civilizzati”. Paesi più piccoli – per la Russia, l’Ucraina conta come tale – cadono all’interno della sua sfera

Le critiche dei leader indiani sull’attuale ordine internazionale e il loro abbraccio alla nozione di multipolarità sono inseparabilmente connessi alla ricerca dell’India per un posto fra le principali potenze mondiali. Mentre Nuova Delhi sta facendo passi avanti nella crescita del profilo internazionale dell’India, sta anche affrontando delle sfide. Esternamente, la Cina sta aumentando la sua pressione strategica con i vicini dell’India. A livello nazionale, l’economia dell’India soffre di debolezze strutturali e la politica e la cultura pluralistica della nazione sono in declino. Mentre Nuova Delhi si è posizionata come una voce del Sud globale, la sua politica di multi-allineamento suscita dubbi se l’India sia disposta o meno a prendere un ruolo più prominente riguardo sforzi globali di pace.

Il Giappone è una potenza status quo per eccellenza. Investita profondamente dall’internazionalismo liberale e dal primato degli Stati Uniti, è particolarmente scossa dalla fine del movimento unipolare, l’ascesa della Cina e il prospetto di un nuovo ordine multipolare. Tra quelli esaminati per l’Indice di sicurezza di Monaco 2025, gli intervistati giapponesi sono i più preoccupati che il mondo diventi più multipolare. Tuttavia, Tokyo si sta preparando da più a lungo della maggior parte degli altri paesi per questi cambiamenti geopolitici. Inoltre, molte misure recenti indicano la volontà del Giappone di difendere se stessa e l’ordine che rappresenta.

I leader brasiliani vedono l’emergere di un ordine multipolare come un’opportunità per riformare strutture di potere obsolete e dare a paesi del Sud globale una voce più forte. Per questa ragione, il Brasile ha messo la riforma di governance globale in cima alla sua agenda per la presidenza G20 dell’anno scorso, insieme ad altre priorità del Sud globale come la riduzione della povertà e la sicurezza alimentare. Con le sue significative risorse naturali, il Brasile ha il potenziale per aumentare ulteriormente la sua influenza globale, modellando dibattiti globali su cibo, clima, e sicurezza energetica. Eppure la tradizionale strategia di non allineamento del Brasile potrebbe diventare più difficile da sostenere tra ascendenti tensioni geopolitiche e un secondo mandato di Donald Trump.

L’abbraccio della nozione della multipolarità da parte del Sudafrica non può essere separata dalle sue critiche dell’attuale ordine internazionale, specialmente di istituzioni internazionali non rappresentative. Anche Pretoria critica regolarmente gli stati occidentali di aver applicato il diritto internazionale selettivamente. Il Sudafrica è stato percepito a lungo come il “leader naturale” dell’Africa e un esempio morale internazionale. Mentre però l’anti-occidentalismo è cresciuto nel paese, il record in Sudafrica nella promozione dei diritti umani e la legge internazionale si sono deteriorati, anche la statura internazionale del paese ha sofferto un duro colpo.

Anche le visioni di multipolarità sono conseguentemente polarizzate. Questo rende sempre più difficile adattarsi pacificamente all’ordine attuale, evitare nuove corse agli armamenti, prevenire violenti conflitti all’interno e ai confini degli stati, permettere più crescita economica inclusiva, e congiuntamente affrontare minacce condivise come il cambiamento climatico (gli intervistati dell’Indice di sicurezza di Monaco lo hanno considerato fra i più importanti).

Visto che le grandi e le più piccole potenze non possono affrontare questi ostacoli da sole, la loro cooperazione sarà cruciale. Che molti nella comunità internazionale continuino ad apprezzare il multilateralismo basato sulle regole è stato evidente nell’adozione del Patto per il futuro. Ma perché questa cooperazione si realizzi, il mondo potrebbe fare un buon uso della “depolarizzazione”. Il 2025 mostrerà se questo sarà nei piani, o se il mondo diventerà ancora più diviso di quanto lo sia adesso.

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