Dopo le Olimpiadi estive, Federica Brignone allunga la gloria delle nostre ragazze delle nevi, che riempiono il podio di sorrisi e belle sensazioni. A ulteriore conferma del fatto che ormai per dare uno scossone ai medaglieri abbiamo bisogno di loro
Quanto sia bella (e forte) l’Italia delle donne che fanno sport lo avevamo capito per l’ennesima volta l’estate scorsa ai Giochi olimpici di Parigi, quando grazie a loro abbiamo ottenuto un medagliere da record. A un anno esatto dai Giochi di Milano Cortina, le nostre ragazze delle nevi ci stanno confermando che ormai per dare uno scossone ai medaglieri abbiamo bisogno di loro. La stagione di Federica Brignone e Sofia Goggia è cominciata nel migliore dei modi fino all’apoteosi di Cortina sulla pista che tra un anno assegnerà le medaglie femminili. Federica e Sofia, diverse come possono essere Napoli e Inter in un azzardato paragone calcistico, adesso hanno imparato a sopportarsi e a sorridersi. Non diventeranno mai amiche, ma non arriveranno a prendersi a racchettate come sarebbe quasi potuto capitare fino a qualche tempo fa. Sono le Sinner delle nevi.
Riempiono il podio di sorrisi e belle sensazioni e, dopo la sorpresa della staffetta, l’altro giorno è puntualmente arrivata la prima medaglia mondiale. Nel SuperG, Federica ha conquistato l’argento, battuta di soli 10 centesimi dall’austriaca Venier, mentre Sofia ha chiuso al quinto posto. Oggi ci riproveranno in discesa, dove una volta vinceva solo Sofia, ma da quest’anno ha cominciato a farlo anche Federica, l’unica ad aver vinto in tutte le specialità. Con l’argento dell’altro giorno è diventata la sciatrice azzurra con più medaglie ai Mondiali (4). A 34 anni ha raggiunto una maturità e una serenità che non aveva avuto prima. Oggi riesce a lasciarsi andare sugli sci con una leggerezza che le permette di raggiungere velocità mai provate. Non ha paura di andare veloce, anzi racconta di avere molto più ansie tra i paletti che tanto piacevano a sua mamma Ninna Quario.
Sono passati 14 anni dalla sua prima medaglia ai Mondiali, l’argento del 2011 in gigante a Garmisch. Essere ancora sul podio dopo così tanto tempo, in uno sport devastante come può esserlo lo sci (Compagnoni e Goggia possono raccontare nei dettagli quanto si possa soffrire), significa soltanto che Federica può entrare di diritto nell’élite dei più grandi atleti azzurri di tutti i tempi. Certo ci vorrebbe un oro olimpico l’anno prossimo per completare un albo d’oro che conta già un argento e due bronzi, ma gli anni aumentano, un po’ come le avversarie che sono sempre più giovani. Perdere una medaglia d’oro per 10 centesimi potrebbe far girare molto le scatole, ma Federica Brignone a Salbaach sorrideva a reti unificate, contenta di essere sul podio, convinta di poterci tornare altre volte in questi giorni.
Anche questo è un segnale di maturità. Ma sorride anche Sofia Goggia che è rimasta fuori dal podio (battuta di 30 centesimi, mica di una vita). Perché a lei basta pensare dov’era un anno fa per essere felice. Era appena uscita dall’ennesima operazione della sua carriera e non sapeva come e quando sarebbe tornata a camminare. È tornata a volare anche lei. Chissà che quella Federica così in palla non le abbia fatto venire ancora più voglia, anche se Sofia di stimoli se ne dà già abbastanza da sola. Che brave le nostre ragazze delle nevi. Avete ancora con anno per farci godere.