Gli Stati Uniti sostengono lo svolgimento di elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina entro la fine dell’anno ma secondo il sodaggio condotto dalla società Socis nelle attuali condizioni, la maggior parte degli ucraini non crede che le elezioni possano svolgersi in modo corretto
Kyiv. Le prime due settimane della presidenza di Donald Trump sono trascorse senza grandi notizie riguardo l’avanzamento dei negoziati per porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Ma negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno avanzato diverse proposte. Il primo febbraio, Keith Kellogg, inviato speciale di Trump per l’Ucraina e la Russia, ha affermato che gli Stati Uniti sostengono lo svolgimento di elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina entro la fine dell’anno, soprattutto se si riuscisse a raggiungere un cessate il fuoco. Il 3 febbraio, Donald Trump, parlando ai giornalisti nello Studio Ovale, ha annunciato che gli Stati Uniti vogliono ricevere terre rare dall’Ucraina in cambio degli aiuti americani. “Vogliamo raggiungere un accordo con l’Ucraina, in base al quale loro ci ricambieranno di ciò che abbiamo dato loro“ con, ovvero i loro metalli rari e altre cose””, ha spiegato il presidente degli Stati Uniti. “Queste dichiarazioni significano che l’America sta già conducendo alcune consultazioni preliminari sia con l’Ucraina sia con la Russia”, ne è certo il politologo Oleg Saakyan, secondo il quale le elezioni sono uno degli elementi su cui la Russia insiste e che gli Stati Uniti non disdegnerebbero di sostenere. E se per gli Stati Uniti le elezioni in Ucraina rappresentano un’opportunità per consolidare gli accordi di pace raggiunti con la squadra vincitrice, per la Russia rappresentano un’occasione per destabilizzare e continuare la guerra in condizioni più favorevoli. “E’ come gettare un mattone in una lavatrice: si romperà l’interno”, spiega il politologo.
Anche gli ucraini lo sanno. Secondo un sondaggio condotto dalla società Socis nel dicembre 2024, il 61 per cento degli intervistati è contrario allo svolgimento di elezioni prima della fine della legge marziale in Ucraina e solo il 28 per cento sostiene questa idea. Igor Hryniv, direttore dell’Istituto di ricerca strategica e previsioni Janus, racconta al Foglio che gli ucraini tendono ad avere fiducia nelle procedure democratiche, il che spiega l’elevata affluenza alle urne nelle ultime elezioni. Ma nelle attuali condizioni, la gente non crede che le elezioni possano svolgersi in modo corretto. Gli abitanti dei territori sottoposti a bombardamenti regolari non potranno prendervi parte, poiché è pressoché impossibile organizzare lì un processo elettorale, né potrà votare il personale militare impegnato a difendere il paese in prima linea: è estremamente difficile votare dalle trincee. La scarsa affluenza creerà tensioni e conflitti interni, che non faranno altro che favorire le autorità russe. Ecco perché anche i più accaniti oppositori di Zelensky sono contrari allo svolgimento delle elezioni. “Il fatto che la società ucraina ritenga inappropriato tenere elezioni durante la legge marziale non è un elemento di fiducia nel governo attuale”, chiarisce Hryniv. Manifesta piuttosto la comprensione che la gente ha delle realtà militari. Per quanto riguarda il governo, la fiducia sta diminuendo: il 45 per cento degli intervistati si sente deluso e il 24 per cento speranzoso.
In Ucraina la legge marziale è in vigore fino al 9 maggio e potrebbe essere prorogata. Se si raggiungesse un accordo per un cessate il fuoco, l’opinione pubblica potrebbe cambiare atteggiamento nei confronti delle elezioni, prevede Hryniv. Secondo fonti del Foglio, le forze politiche si stanno già preparando in sordina a uno scenario del genere nel 2025. “In un modo o nell’altro, la questione delle elezioni verrà sollevata nei negoziati”, Saakyan ne è certo. Resta da vedere se la discussione diventerà una richiesta. Ma la questione dell’utilizzo di terre rare in cambio di aiuti militari americani potrebbe trasformarsi in un accordo tra Ucraina e Stati Uniti, già incluso nel “piano di vittoria” presentato da Zelensky. Secondo le stime della rivista ucraina Forbes per il 2023, il valore totale delle risorse minerarie in Ucraina ammonta a 15 trilioni di dollari. Inoltre, il 70 per cento è concentrato nelle regioni di Donetsk, Luhansk e Dnepropetrovsk, cioè nella zona dei combattimenti. “Gli Stati Uniti non sono interessati alle terre rare ucraine dal punto di vista commerciale, spiega Saakyan. E il fatto che il sottosuolo finisca nella sfera d’influenza della Russia e potenzialmente della Cina è ciò che gli Stati Uniti vogliono evitare”. L’Ucraina ha tentato in passato di attrarre investitori stranieri per il suo sviluppo, ma senza successo a causa del rischio elevato. L’interesse di Trump per questa questione è un segnale positivo per l’Ucraina e una situazione vantaggiosa per entrambi i paesi. “Trump può dire ai suoi elettori: non sono Biden, non regalerò nulla a nessuno, firmerò un accordo vantaggioso per gli Stati Uniti”, prevede Sahakyan.