Kippah Italia: caccia all’ebreo

Roma, Milano, Torino, Trieste, Livorno. Cronaca orrenda di un anno di aggressione antisemite. Siamo diventati come gli altri paesi europei, dove è pericoloso essere “riconoscibile”

“A Roma non c’è motivo di non indossare la kippah”, titolava nel 2016 la Repubblica, dopo che il capo della comunità ebraica di Marsiglia, Zvi Ammar, aveva consigliato alla propria comunità di non metterla più in pubblico. Era anche l’anno in cui un giornalista israeliano, Zvika Klein, si mise una kippah e, munito di telecamera, andò in giro per le banlieue francesi. A malapena Klein ne è uscito vivo. Era anche l’anno in cui a Sarcelles, banlieue multiculturale di Parigi, un ragazzino di otto anni che indossava la kippah fu preso a calci e pugni. L’Italia sembrava diversa, al riparo dalla temperie multiculturale che scuote gli altri paesi. Ci abbiamo messo un po’, ma anche in Italia è finita che è pericoloso indossare la kippah in pubblico.



Stava passeggiando tenendo la mano della mamma in via Nazionale a Roma con in testa il tipico copricapo ebraico, quando un bambino di otto anni è stato aggredito e minacciato con una bottiglia di vetro da un egiziano che gli ha gridato: “Togliti la kippah”.



Poteva finire male, malissimo, come è successo a Nathan Graff, israeliano con la kippah ferito a coltellate da un uomo incappucciato a Milano alla schiena, alla gola e al volto. E pensare che in Italia sui giornali si pubblicano vignette di primi ministri israeliani con la kippah e la didascalia “l’ebreo (ab)errante”.



Una settimana fa, a Trieste, un ebreo con la kippah si è sentito dire per strada da due che impugnavano la bandiera palestinese: “Ebreo, ti sgozziamo”. L’estate scorsa era successo qualcosa di simile ad Ariel Haddad, rabbino capo della Slovenia e responsabile del Museo della comunità ebraica triestina.



“Peccato che non siamo in anni precedenti altrimenti ti avremmo potuto bruciare”: queste le parole che un bambino ebreo di undici anni con la kippah si è sentito rivolgere da un coetaneo a Torino.



“Ci nascondiamo, ci rendiamo irriconoscibili e la kippah la copriamo con il cappello”, ha confessato Cesare Moscati, rabbino capo della comunità ebraica di Napoli. A Venturina Terme, in provincia di Livorno, un ragazzo ebreo di dodici anni è stato preso a calci e sputi da due quindicenni.



Di fronte alla residenza per anziani della comunità ebraica di Milano, un uomo ha pesantemente insultato due ebrei ortodossi, chiamandoli “assassini” e “viva la Palestina”.



A un raduno proPal a Milano un anziano ebreo con la kippah è stato gettato a terra e gli hanno strappato il copricapo al grido di “sporco ebreo”. E questo per restare agli ultimi mesi. Nel resto d’Europa, dove come scrive l’Economist “l’aumento dell’antisemitismo mette alla prova i valori liberali”, la kippah è scomparsa. Qualche settimana fa, il capo della polizia di Berlino ha detto agli ebrei e ai gay di non farsi “riconoscere” in certe zone della capitale tedesca. Gli ebrei di Bruxelles non la indossano più in pubblico da anni. “Bisogna togliere la kippah per preservare la santità della vita”, ha detto Prosper Abenaim, rabbino di La Courneuve, banlieue di Parigi. Lo stesso da Londra a Malmö.



E mentre i numeri delle partenze per Israele e altrove aumentano dal 7 ottobre, in Francia è uscito per Flammarion un libro di Guillaume Erner, “Judéobsessions”, in cui scrive: “La popolazione ebraica europea è paragonabile a quella del Medioevo. Con la Shoah, l’antisemitismo raggiunse il suo obiettivo. Mentre nel 1939 la Polonia era popolata da tre milioni di ebrei, nell’Unione europea ne restano 750 mila. L’altro elemento vertiginoso, di cui nessuno parla, è la scomparsa degli ebrei nel mondo arabo. C’erano un milione di ebrei”. Oggi, nessuno.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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