Prima del match del Tata Steel Masters, il ventitreenne uzbeko Nodirbek Yakubboev si è rifiutato di stringere la mano all’indiana Vaishali Rameshbabu. Motivi religiosi, che però non tutti i musulmani seguono alla lettera
Gli scacchi non sono haram, non sono vietati. Ma che succede se un musulmano siede alla scacchiera dinanzi a una donna? Succede che, al quarto turno del supertorneo di Wijk aan Zee, il Tata Steel, tra i Challengers il ventitreenne GM uzbeko, Nodirbek Yakubboev, rifiuti di stringere la mano prima del match all’indiana Vaishali Rameshbabu. Per motivi religiosi, si è affrettato a spiegare, ma Judit Polgar, la più forte giocatrice femminile di tutti i tempi, gliele ha cantate lo stesso: il minimo che potesse fare Yakubboev era spiegare la situazione agli arbitri. Prima, però, non dopo. Dopo, in effetti, Yakubboev dagli arbitri è andato, solo per sentirsi dire che, per togliersi dall’imbarazzo, avrebbe dovuto almeno rivolgersi a Vaishali con un bel “Namastè!”.
E qui ci sono un paio di cose da osservare. La prima: è vero che Yakubboev non aveva intenzione di offendere; per dimostrare la sua buona fede ha in seguito portato fiori e cioccolatini a Vaishali, in segno di scuse. Ma che non vi siano intenzioni soggettive offensive non vuol dire che un gesto non possa avere un ulteriore significato oggettivo (per esempio: le donne non si toccano perché impure e tentatrici). C’è uno spirito soggettivo, insegnava Hegel, ma c’è pure uno spirito oggettivo, radicato in riti, costumi e istituzioni, con cui fare i conti. Che dire infatti di quella interpretazione ancora più intransigente del precetto, secondo la quale alle donne non si risponde nemmeno? Basterebbero le scuse? La seconda: l’“hadith” di Maometto – io non stringo la mano alle donne (estranee) – fa legge, ma non per tutti i musulmani. Non tutti lo seguono.
Vedremo cosa accadrà col secondo mandato, ma quando Trump si recò per la prima volta in Arabia Saudita, nel 2017, accompagnato da una Melania senza velo, il principe saudita Bin Salman le strinse la mano, per dimostrare che il suo paese non è (più) un covo di oscurantisti wahabiti. Ed è vero, perbacco: basti vedere quante mani maschili Giorgia Meloni ha potuto stringere nella più recente visita di stato. Viceversa, al-Jolani, il nuovo padrone della Siria che pure si è proposto di mostrare alla comunità internazionale un volto aperto e moderato, ha evitato qualunque contatto con la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, in vista a Damasco con l’omologo francese maschio, Barrot (a cui al-Jolani ha invece dato la mano). La religione ha le sue ragioni, e la geopolitica a volte riesce a riorientarle, a volte no. Ma anche queste ragioni vanno molto oltre le intenzioni soggettive. Sicuramente oltre quelle di Nodirbek Yakubboev.
Per la cronaca, il Tata Steel Masters è stato agli spareggi vinto da Praggnanandhaa R., fratello di Vaishali, davanti al connazionale Gukesh D. neo-campione del mondo.
La partita: Rameshbabu Vaishali – Kim Yew Chan
Qatar Masters Open 2023, Doha
Le nostre scuse in omaggio a Vaishali: Dopo 38. Ac5 il Nero sbaglia e gioca 38…Dc7. Ora il Bianco ha la mossa vincente: quale?