Sussulto per un pianto che suona antico. Lettera da un’anagrafe

Un edificio nella periferia di Milano e una giovane ragazza con un neonato che non fa parte della “cerchia dei Navigli” e non rispecchia l’immagine delle giovani ragazze milanesi avvezze alla moda, alla design week e alle ase da settemila euro al metro quadrato

L’anagrafe di piazzale Accursio è un grigio edificio in una grigia educata periferia milanese. In una mattina come questa, pioggia, cielo incolore, la primavera lontana e impossibile, l’anagrafe Accursio è umanamente impegnativa. Una macchina per foto tessera fa foto tutte simili: colorito spento e occhi sbarrati. Qui ci si mette in coda per le grane: il documento scaduto, il certificato di morte o di esistenza in vita. (Non mi hanno ancora chiesto il certificato di esistenza in vita. Chissà a che età si comincia). A ogni modo dicevo, mattina livida e milanesi che attendono il loro turno, in una luce giallastra.

D’improvviso entra una bella ragazza, molto giovane, che spinge una carrozzina con un neonato. Porta i capelli lunghi alla schiena. Poco più di vent’anni forse. Gli occhi distratti si fanno attenti: una mamma, italiana, e così giovane? Sarà rimasta incinta per sbaglio, e chissà come se l’è tenuto. O è una baby sitter? Ma fa la carta d’identità per il bambino, dunque è la madre.

Muto percepibile stupore. Sussurrano le anziane coppie fra loro. Non si usa a Milano fare bambini, così da giovani. Non è trendy, non si fa nella cerchia dei Navigli, grande bacino di voto del sindaco Sala, dove le milanesi perbene vivono in case da settemila euro al metro quadrato e filano in bici eleganti sulle piste ciclabili, e non ci pensano nemmeno a un figlio, a quell’età. I figli a vent’anni o venticinque li hanno le colf peruviane, le islamiche, e rare cattoliche.

Sarà per questo che i posti nei nidi mancano cronicamente. Nidi? Qui si pensa in grande, alla moda, alle design week, a rifare San Siro. Poi, lui ha fame. Piange. Il pianto acuto taglia il silenzio. Che suono antico: i presenti sussultano, come ricordassero qualcosa. La mamma infine se ne va col suo bambino, bella come il vento. Restiamo noi, baby boomer e oltre. E i figli dei figli? Nessuno che giochi a pallone, nei cortili attorno. Il declino dell’occidente, se non ci credete, lo si tocca con la mano: all’anagrafe di piazzale Accursio, Milano.

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