Gli ex cinema della Capitale e il loro futuro uso al centro della lotta tra Regione e Pd

È guerra di schermi a Roma, tra chi propone di trasformare le tante sale cinematografiche (oggi chiuse) in spazi a prevalente interesse commerciale, e chi invece vorrebbe riqualificarle puntando sull’audiovisivo

Una norma regionale che supera una sentenza del Tar del Lazio sull’ex cinema Metropolitan di via del Corso (finora protetto dalla trasformazione in megastore da una precedente legge della giunta Zingaretti e dalla suddetta sentenza), aprendo di fatto alla possibilità di destinare gli ex cinema in disuso della Capitale a uso commerciale, scatenando una “guerra di schermi” che oppone la giunta Rocca al centrosinistra locale, a livello regionale e comunale. In mezzo, alcune sale cinematografiche storiche della capitale. Qualche giorno fa, infatti, alla Pisana è stato approvato un ordine del giorno firmato da Laura Corrotti (Fratelli d’Italia) nell’ambito della Legge di Stabilità regionale. Effetto: a livello legislativo, in materia di rigenerazione urbana, recupero edilizio e commercio, si potrà intervenire sulla modificazione delle destinazioni d’uso, emendando la proposta di legge regionale di semplificazione urbanistica. “Una proposta che aiuta la desertificazione”, è il commento di Enzo Foschi, segretario del Pd Roma, e di Flavio Conia, Responsabile Cultura Pd Roma: “Se è vero che la politica deve fare delle scelte”, dicono, “è vero anche che queste devono rispondere all’interesse collettivo e non a logiche di mercato. La regione Lazio, invece di sostenere progettualità di riconversione in chiave culturale, apre alla possibilità di trasformare le tante sale cinematografiche a oggi chiuse in spazi con prevalente interesse commerciale”.

Il Pd annuncia quindi battaglia, citando la precedente legge della giunta Zingaretti che “faceva prevalere la volontà di riconsegnare questi spazi a Roma, garantendo la sussistenza di presidi che guardassero all’audiovisivo e alla mission culturale prevalente”. Il “permettere la riconversione delle sale cinematografiche in spazi di interesse commerciale aprirebbe la strada alla perdita di un pezzo fondamentale della nostra identità culturale e sociale”, dice anche Emanuela Droghei, consigliera regionale Pd. Intanto, però, è giunta la notizia che nove cinema di Roma, di cui soltanto l’Adriano è ancora attivo, hanno cambiato proprietario dopo essere stati messi all’asta: sono gli ex cinema di Massimo Ferrero, anche detto “er Viperetta”: per 42 milioni di euro sono stati comprati da un fondo olandese. Da Fratelli d’Italia la replica arriva dalla stessa Laura Corrotti — che difende la necessità della “revisione normativa” in materia, accusando la sinistra di voler “regalare spazi ai soliti amici”.


  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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