Il sindaco di Roccaraso: “Siamo invasi: mi appello alla legge anti rave del governo Meloni”

Francesco Di Donato: “Nulla contro i napoletani, ma servono misure ristrittive come quelle approvate dal governo per i raduni illegali”

“Irruzione negli androni degli edifici, seggiovie scambiate per ottovolanti, neve sudicia di friarielli, code di torpedoni… Sa che le dico?”. Cosa? “Che se esiste una legge anti rave, in Italia, è forse il caso di applicarla anche qui”. Qui a Roccaraso? “Altroché. Le immagini che vedete raccontano degenerazione, degrado, invasione. E’ un problema di ordine pubblico. Un problema che può esigere misure più restrittive”. In poche parole: misure anti rave. Parla così, al Foglio, il sindaco Francesco Di Donato. Primo cittadino del comune di Roccaraso che in queste ore si barcamena tra TikTok e la Cnn. Tra “mezzo mondo che m’intervista”, dice, e l’istrionica Rita De Crescenzo. La tiktoker che dal pittoresco quartiere di Napoli – la collina di Pizzofalcone – sogna l’Appennino. Sicché decanta sui social la neve candida (in stile oraziano) e poi aizza i conterranei alla calata sulle piste da sci (in stile lanzichenecco).

“Non è uno scontro di civiltà – dice ora Di Donato – non si tratta di Roccaraso contro Partenope. Non abbiamo nulla contro Napoli, noi. Anzi”. E allora, sindaco? “Dico solo: la nostra accoglienza non può diventare il pretesto per raduni pericolosi. Invasioni che somigliano a rave”. Feste clandestine sotto mentite spoglie d’una tuta da sci? “E’ un problema d’immagine non meno che di ordine pubblico”. Chiaro. E in effetti, secondo il primo decreto del governo Meloni, l’invasione di terreni o edifici pubblici o privati per raduni pericolosi consiste in un’irruzione arbitraria commessa da un numero di persone superiore a cinquanta. Pena: reclusione da tre a sei anni e multa da mille a diecimila euro. “Superiore a cinquanta? Domenica scorsa c’erano ventimila persone in pista. All’interno del paese c’erano ancora migliaia di turisti che trascorrevano la giornata in serenità. Ecco: a queste persone s’è aggiunta poi un’ondata inattesa”. Una valanga di sciatori neomelodici? “Era tutto fuori misura. Tutto oltre le previsioni. C’erano duecentocinquanta pullman che hanno riversato sul paese altre dodicimila persone. Tutte insieme. Tutte concentrate…”. E…? “E hanno bloccato la statale 17. Fermandosi lungo la strada. Generando il caos”. Caos come in un free party, insomma. Senza musica elettronica ma con Gigi D’Alessio. Senza techno o acid house ma con Kekko Dany. “Sembra uno scherzo. Ma tra slittini che volano, sci che precipitano, panini in seggiovia e funivie autogestite, v’assicuro che c’è poco da ridere. Il caso-Roccaraso è strumentalizzato dall’esigenza polemica del dibattito ma sugli slittini, quando c’è la neve, si raggiungono velocità elevate. Il rischio di finire in ospedale è alto”.

Che fine settimana prevede? “Temo più che altro la domenica visto che di sabato l’affluenza è minima. In ogni caso, mi aspetto e spero che a seguito delle restrizioni già in essere ci sia la possibilità di una migliore gestione dei servizi. E lo dico anche per loro…”. Per i turisti? “Sì. La nostra ordinanza di limitazione, a massimo cento pullman, sta portando buoni frutti. E’ un buon deterrente. E chi frequenta Roccaraso merita di essere ospitato in modo più dignitoso”.

Lei dice “non è uno scontro di civiltà”. Eppure tra le sfaccettature antropologiche della vicenda appare un conflitto. Una sfida surreale. Diciamo pure un derby mari e monti. Insomma: il popolo dei neomelodici e Pizzofalcone contro il sindaco delle nevi. Napoli contro Roccaraso. “Se si riferisce agli influencer su TikTok, posso dirle che noi ospitiamo tutti e amiamo i napoletani. Napoli ci ha reso grande, ma sa…”. Cosa? “Non per questo sono tollerabili eccessi quali l’aggressione agli autisti e ai volontari. Ospitiamo tutti e potenziamo i servizi. Chiediamo solo più civiltà. Altrimenti arriveremo davvero a misure più restrittive”. Rave Roccaraso? “Sì. Siamo lì”.

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