Nel volume “Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà” si capiscono molte cose anche del video di Meloni sul caso Almasri
Molto è già stato scritto su Jianwei Xun e il suo folgorante volume “Ipnocrazia. Trump, Musk e la nuova architettura della realtà” (Tlon Editore). Il cuore del messaggio è che la distinzione tra vero e falso ha perso ogni significato. Non importa se qualcosa è vero: importa che sia creduto. Le promesse, se si avverano o no, è irrilevante: la loro funzione è mantenere vivo il desiderio. Se Trump e Musk sono i sacerdoti del culto, i discepoli imparano e crescono. Prendiamo Giorgia Meloni e il suo video sul caso Almasri. Come Xun con il discorso inaugurale di Trump (sul sito di Tlon), per comprenderne la portata occorre analizzare come la percezione della realtà sia stata alterata e rimodellata. La frase di apertura “Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Salvini” indica subito il nemico, i giudici. “Mi ha appena inviato un avviso di garanzia”: accentua la gravità dell’affronto, trasformando una mera comunicazione di iscrizione in un avviso di garanzia. “Li Gotti, un ex politico di sinistra vicino a Prodi e difensore di pentiti mafiosi”: una dimostrazione della realtà alterata attraverso la pura enunciazione (Li Gotti proviene dal MSI), amplificando questo effetto con l’evocazione dell’arcinemico Prodi e dei mafiosi. “La CPI, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di arresto”: uno schizzo di fango per dire che i giudici della Corte sono dei perditempo poco credibili. “Curiosamente, quando Almasri stava per entrare in Italia, dopo aver soggiornato serenamente in altri tre paesi europei per sedici giorni”: una frase calibrata per introdurre l’idea del complotto a danno dell’Italia in cui dobbiamo tutti riconoscerci. “La richiesta di arresto della CPI non è stata trasmessa al Ministero della Giustizia, come vuole la legge, e per questo la Corte d’Appello di Roma decide di non procedere con la convalida”: di nuovo una manipolazione della realtà strumentale per allontanare qualsiasi responsabilità, ignorando l’inerzia del Ministro che ha impedito di sanare la situazione.
“Decidiamo di espellerlo immediatamente per ragioni di sicurezza”: i toni alti finora cavalcati da Meloni vengono bilanciati da un decisionismo risolutivo, quello che Xun chiama “l’effetto tensione-rilascio”. “Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire”: il discorso raggiunge il suo apice dove la vulnerabilità diventa invincibilità e la vittimizzazione genera forza quasi messianica. “Sono invisa a quelli che non vogliono che l’Italia cambi e migliori ma per questo intendo andare avanti per la mia strada, a testa alta e senza paura quando è in gioco l’interesse della Nazione”: con questa frase il cerchio si chiude, il destino personale viene fuso con il destino della Nazione. Xun direbbe che non è retorica ma alchimia percettiva. E noi, figli dell’Illuminismo, che crediamo nell’argomentazione logica, nella prova scientifica e nella verità che dovrebbe sempre trionfare per merito intrinseco, che fine faremo? Per Xun la razionalità è diventata un rifugio autoreferenziale che allontana narrazioni capaci di penetrare l’inconscio collettivo mentre Trump, Musk e i loro epigoni non mirano a convincere ma a incantare, non cercano la verità ma lo stupore. “Sono complottisti vivi in un mondo di realisti morti”.