Nella “bussola per la competitività” che presenta oggi, la presidente della Commissione europea recepisce le raccomandazioni del rapporto di Mario Draghi e punta sulla semplificazione. Ma molti tabù, come il debito comune europeo, non vengono infranti
Bruxelles. Ursula von der Leyen oggi presenterà la “bussola per la competitività”, il testo che deve servire da “stella polare” della sua Commissione per tutta la legislatura, invertendo la rotta del lento declino dell’Unione europea di fronte a Stati Uniti e Cina. I toni del documento, che recepisce alcune delle raccomandazioni dei rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta, sono drammatici. Le intenzioni sono buone e l’elenco dei provvedimenti promessi è lungo. Ma molti tabù, come il debito comune europeo, non vengono infranti.
Per la sua “bussola”, Ursula von der Leyen ha recepito il senso d’urgenza del rapporto di Mario Draghi. “Oggi l’Ue deve spostare la sua attenzione verso ciò che determinerà la sua futura prosperità e competitività”, si legge nella bozza. “In un sistema globale in cui le tensioni geopolitiche, la competizione per la supremazia tecnologica e la lotta per il controllo delle risorse sono in aumento, la libertà, la sicurezza e l’autonomia dell’Europa dipendono più che mai dalla sua capacità di innovare, competere e crescere”. Per von der Leyen e la sua Commissione, “è tempo di passare all’azione. Senza un urgente cambio di marcia e di approccio, è in gioco il futuro dell’Ue come potenza economica, destinazione di investimenti e centro manifatturiero”. La “bussola” elenca le iniziative che saranno adottate e la tempistica. L’obiettivo è chiudere il divario dell’innovazione, procedere sulla strada della decarbonizzazione e della competitività, e ridurre le dipendenze e aumentare la sicurezza. La Commissione intende anche lanciare un’Unione degli investimenti e dei risparmi (il nuovo nome dell’Unione dei mercati dei capitali, che non è mai stata realizzata) e rifocalizzare il bilancio dell’Ue per rispondere alle necessità di finanziamento (ma senza nuovi strumenti di debito comune). All’interno della “bussola” ci sono idee originali, come la creazione di una nuova categoria di imprese tra le Pmi e le grandi imprese. Altre idee sono promosse da tempo da alcuni paesi che chiedono una politica interventista in economia, come la “preferenza europea” negli appalti pubblici o la riforma delle regole sugli aiuti di stato per favorire la creazione di “campioni europei”.
Una parte della “bussola” è dedicata alla semplificazione. È su questo che lobby, governi e gruppi politici al Parlamento europeo si stanno confrontando e, a volte, scontrando. Alcuni fanno pressione su von der Leyen per modificare, smantellare, sospendere o cancellare diversi provvedimenti della Commissione von der Leyen I della legislatura 2019-24. Lo strumento sarà una “legge omnibus” che sarà presentato il 26 febbraio e “includerà una semplificazione di vasta portata nei campi della rendicontazione finanziaria sostenibile, della due diligence sulla sostenibilità e della tassonomia”. Il riferimento è alla Corporate Sustainability Reporting Directive, alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive e alla tassonomia. Si tratta di tre provvedimenti chiave del primo mandato von der Leyen, la cui attuazione sarà rinviata o modificata. Ma c’è chi già chiede più “leggi omnibus”. Il Partito popolare europeo vuole sospendere il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera (la carbon tax) per due anni ed effettuare una revisione completa delle attuali norme sul digitale. Il premier polacco, Donald Tusk, ha chiesto di rivedere il sistema Ets2 che dal 2027 farà pagare una tassa ai cittadini su riscaldamento e trasporti. La Francia ha inviato una lettera con una lunga lista di richieste. BusinessEurope, l’associazione che rappresenta le imprese europee, ha identificato 68 oneri burocratici da tagliare in 11 settori: energia e clima, economia circolare, politica dei consumatori, finanza sostenibile e diritto societario, tassazione, rendicontazione finanziaria, catene del valore e commercio internazionali, economia digitale, occupazione e politica sociale, diritto alimentare e servizi finanziari. La sfida per “Ursula II” sarà di realizzare un Doge europeo (il Department of government efficiency diretto da Elon Musk nell’Amministrazione Trump), senza rinnegare von der Leyen I.