Tutte le aziende italiane coinvolte negli accordi con l’Arabia Saudita

Da Leonardo a Snam, da Sace a Fincantieri. E poi il Parco archeologico di Pompei e la Triennale di Milano. Tutti gli impegni presi da partecipate e imprese italiane con partner sauditi durante la visita di Meloni al principe Mohammad bin Salman

“Italia e Arabia Saudita sono due nazioni che hanno interesse a stringere accordi strategici in materie come l’energia, il rapporto con l’Africa, la difesa, e gli investimenti”, ha detto Giorgia Meloni durante la sua missione istituzionale nello stato arabo. Oltre all’incontro bilaterale con il principe ereditario e primo ministro Mohammed bin Salman, la premier ha partecipato a una tavola rotonda con rappresentanti pubblici e privati di entrambi i paesi, durante la quale sono stati siglati accordi e intese per un valore complessivo di circa 10 miliardi di euro. Soprattutto, la relazione tra i due paesi è stata elevata a livello di partnership strategica. Le intese politiche fanno da cornice a un corposo elenco di accordi commerciali che toccano principalmente i temi della difesa, dell’energia e dello sviluppo industriale, fino alla cultura.



Una partnership strategica

Un capitolo chiave dell’intesa firmata dal Meloni e da bin Salman è la dichiarazione che eleva il rapporto tra i due paesi a una partnership strategica. Si stabilisce così un meccanismo di cooperazione rafforzata, che prevede l’istituzione di un Consiglio della Partnership Strategica, presieduto a livello di leader, che si riunirà periodicamente per monitorare l’avanzamento dei progetti comuni su energia, difesa, investimenti, cultura e definire nuove aree di collaborazione. È prevista anche la creazione di gruppi di lavoro tecnici congiunti per facilitare il trasferimento di conoscenze e tecnologie tra i due paesi.

Tra gli accordi c’è anche quello sulla smart mobility, che crea una cornice per la cooperazione nelle tecnologie avanzate relative a trasporti, mobilità urbana, ferrovie, porti, aeroporti e hub logistici. Due intese mirano poi a rafforzare la collaborazione tra i ministeri degli Esteri di Roma e Riad, includendo attività di ricerca e formazione per i diplomatici.

Cinque accordi in tema di difesa

Già da soli gli accordi firmati nel settore militare valgono oltre 3 miliardi di euro.

ELT Group, azienda attiva nel settore della difesa, ha sottoscritto un memorandum d’intesa con la saudita Sami Advanced Electronics Company per lo sviluppo di progetti congiunti su tecnologie di protezione di dati e comunicazioni militari e sistemi di difesa elettronica.

Un altro accordo con Shamal – società che gravita nell’orbita del ministro degli Esteri, il principe Faisal bin Farhan – prevede invece la realizzazione di un defense college e di programmi di formazione avanzata per il personale militare saudita.

Il colosso italiano della difesa Leonardo, invece, ha modificato un mou firmato a febbraio 2024 per estendere l’intesa con il gruppo industriale saudita Misa-Gami per nuovi progetti congiunti di sviluppo tecnologico e “per espandere la collaborazione nell’ambito della difesa e dell’aerospazio”. Come scrive Fortune Italia, l’ad di Leonardo Roberto Cingolani già pensa a un ingresso dell’Arabia Saudita nel programma Gcap, il Global Compact Air Programme per i caccia di nuova generazione che vede coinvolte Italia, Giappone e Regno Unito. Per decenni Leonardo ha fornito ai sauditi piattaforme, sistemi, tecnologie e servizi, dal trasporto aereo, al supporto all’industria energetica, agli elicotteri, fino a sistemi elettronici e sensori, a cui si aggiungono sistemi per la difesa marittima e cyber, oltre a un contributo chiave nel campo della difesa aerea.

Riguarda il settore della difesa anche il memorandum siglato da Fincantieri con Ozone for Military Industries Company per individuare opportunità di business in ambito servizi logistici per navi militari e civili. Invece l’altro memorandum firmato da Fincantieri, quello con Aramco, non è esattamente in tema difesa, bensì “finalizzato alla creazione di capacità nel settore della cantieristica navale civile”.

Gli accordi nel campo dell’energia

Arabia Saudita e Italia condividono una lunga storia di cooperazione bilaterale in ambito energetico. Tra i settori di maggiore rilievo c’è quello dell’idrogeno rinnovabile a basse emissioni con i suoi derivati come l’ammoniaca verde. Sace, gruppo assicurativo e finanziario italiano partecipato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha fatto sapere di avere firmato operazioni e accordi con controparti saudite “per un valore complessivo di 6,6 miliardi di dollari, con l’obiettivo di sostenere le esportazioni italiane in Arabia Saudita nonché i rapporti commerciali e di investimento tra i due paesi”. L’accordo di Sace con Saudi Electricity Company (Sec), la principale fonte di elettricità dell’Arabia saudita, prevede l’impegno a esplorare potenziali opportunità per fornire garanzie creditizie a Sec per lo sviluppo di nuovi progetti sostenibili legati allo sviluppo del sistema elettrico saudita, rendendo più facili attività di investimento e business. Sace ha stipulato un accordo anche con Acwa Power Company, primario gruppo saudita sviluppatore, investitore, comproprietario e operatore di un portafoglio di impianti di generazione di energia, energia rinnovabile e produzione di acqua desalinizzata, e con la Banca araba per lo sviluppo economico in Africa nell’ambito del Piano Mattei. Inoltre Sace ha garantito un finanziamento multi-currency del valore complessivo di tre miliardi di dollari reso disponibile da un pool di nove banche internazionali per aprire nuove opportunità di export per pmi e filiere italiane in diversi settori e comparti funzionali ai progetti di Neom come infrastrutture, sviluppo urbano, edilizia e trasporti ferroviari, stradali e marittimi. Neom è una “città di fondazione” (un centro urbano fondato mediante la pianificazione della sua struttura urbana) che dovrebbe sorgere quest’anno, nel 2025, nella provincia di Tabuk, a nord del mar Rosso, vicino al golfo di Aqaba, al confine con la Giordania.

Con Acwa Power anche Snam operatore leader in Europa nel trasporto, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale – ha firmato un memorandum in tema di idrogeno verde. In particolare, questa partnership prevede l’esplorazione di potenziali collaborazioni e investimenti congiunti finalizzati alla creazione di una catena di approvvigionamento internazionale per una fornitura affidabile ed economica di idrogeno verde dall’Arabia Saudita all’Europa e la valutazione dello sviluppo di un terminale di importazione dell’ammoniaca in Italia per facilitare la consegna dell’idrogeno verde attraverso il SoutH2 Corridor, il corridoio lungo 3.300 chilometri che, partendo dal Nord Africa, raggiungerà l’Europa centrale attraverso Italia, Austria e Germania.

Gewiss, multinazionale italiana del settore elettrotecnico con sede a Cenate Sotto, in provincia di Bergamo, ha dichiarato un investimento iniziale di 20 milioni di euro in Arabia Saudita “per rafforzare la propria presenza nella regione e promuovere soluzioni innovative per la mobilità elettrica e la gestione intelligente dell’energia in ambito domestico, industriale e dell’illuminazione in genere”. L’investimento è parte di un percorso strategico intrapreso negli ultimi anni dall’azienda bergamasca per consolidare le relazioni con gli stakeholder della regione e soddisfare la crescente domanda di soluzioni per la ricarica di veicoli elettrici e la gestione intelligente dell’energia.

Tra gli altri memorandum of understanding, quello tra Ansaldo Energia e Acwa Power per collaborazione in progetti sia in Africa che in Arabia Saudita, che riguardano l’ambito energetico, tra De Nora e Acwa Power per attività di ricerca e sviluppo in ambito desalinizzazione, e il Mou tra CESI e Project Development Company per porre le basi di collaborazione in materia di servizi di ingegneria e consulenza per “power projects”.

L’accordo di Pirelli Tyre con il fondo sovrano saudita

Nell’ottobre 2023, il Public Investment Fund (Pif) dell’Arabia Saudita e Pirelli Tyre, hanno siglato un accordo di joint venture per la costruzione di una fabbrica di pneumatici in Arabia Saudita. A margine della tavola rotonda ad Al-Ula, l’amministratore delegato di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ha detto che “la fabbrica partirà nel secondo quarter di quest’anno, quindi da aprile. La gestione è nostra e produrrà a regime 3 milioni e mezzo di pneumatici, di cui circa un milione e mezzo marca Pirelli e il resto con un brand locale”. Il fondo sovrano saudita (uno dei più grandi fondi sovrani del mondo, con un patrimonio totale stimato di oltre 925 miliardi di dollari) possiederà una quota del 75 per cento della joint venture, mentre Pirelli avrà il restante 25 per cento e sarà partner strategico e tecnologico a supporto dello sviluppo del progetto. L’investimento complessivo è di circa 550 milioni di dollari (circa 520 milioni di euro). L’Arabia saudita punta a diventare un polo produttivo a livello globale nel settore automotive entro il 2030.

I memorandum sulla cultura e la cooperazione scientifica

Tra gli accordi firmati in ambito culturale e scientifico: quello su fiere ed esibizioni nei settori interior design, arredo e mobili tra Salone del Mobile e Commissione saudita per architettura e design; il memorandum tra Istituto Italiano di Tecnologia e Università Re Abdullah per la Scienza e la Tecnologia per la riabilitazione, intelligenza artificiale, robotica e uno tra lo stesso Istituto e la Saudi Agrifood Tech Alliance per lo sviluppo di programmi e attività per promuovere la collaborazione nelle tecnologie agroalimentari.

Inoltre sono stati firmati importanti accordi di collaborazione in ambito culturale tra la direzione generale Musei, per il ministero della Cultura, e la Royal Commission for Al-Ula (RCU), per l’Arabia Saudita. Tra le attività previste figurano seminari e incontri di studio e ricerca, la produzione di pubblicazioni scientifiche multilingue, l’organizzazione di programmi formativi, mostre ed eventi condivisi, nonché lo scambio di esperti e competenze, con particolare attenzione all’applicazione di tecnologie innovative. Il programma esecutivo ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione nei settori dell’archeologia e della valorizzazione del patrimonio culturale. Per esempio si parla di un programma esecutivo per formazione e gestione museale tra Parco Archeologico di Pompei e Commissione per Al-Ula. La cooperazione è focalizzata sullo sviluppo sostenibile dei siti archeologici, con particolare attenzione al contributo che questi possono offrire nella salvaguardia e valorizzazione delle tradizioni agricole locali come patrimoni immateriali.

È stato inoltre presentato un programma esecutivo su un Museo del Design tra Triennale di Milano e Commissione museale saudita per creare una collezione permanente, inviare esposizioni temporanee e avviare attività di formazione nell’ambito design.

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