La Corte dell’Aia ha diffuso una nota dopo la liberazione da parte delle autorità italiane: “Noi non consultati”. Oggi Piantedosi in Senato
“La Corte sta cercando, e non ha ancora ottenuto, una verifica da parte delle autorità sui passi che sono stati compiuti“. Lo dice una nota diffusa nella serata di ieri dalla Corte penale internazionale sul caso che ha riguardato la liberazione e il rimpatrio in Libia di Osama al Njeim Almasri. Un caso su cui ci sono ancora molti punti da chiarire. E su cui interverrà già oggi al Senato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rispondendo a un question time. La prossima settimana invece terrà una informativa alla Camera.
Nella nota la Corte penale ha ricostruita la vicenda. “La cancelleria della CPI ha presentato una richiesta di arresto del sospettato a sei Stati, tra cui la Repubblica Italiana. La richiesta della Corte è stata trasmessa attraverso i canali designati da ogni Stato ed è stata preceduta da una consultazione preventiva e da un coordinamento che ogni Stato ha svolto per garantire la ricezione appropriata e l’ulteriore attuazione della richiesta della Corte. La Corte ha inoltre trasmesso informazioni in tempo reale indicanti la possibile ubicazione e i possibili spostamenti del sospettato attraverso la zona Schengen europea. Parallelamente, come previsto dallo Statuto, la Corte ha inoltrato una richiesta all’Interpol di emettere un avviso rosso. Il sospettato è stato localizzato a Torino, in Italia, nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 ed è stato arrestato con successo dalle autorità italiane. Il sospettato è stato trattenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali richieste relative al suo arresto e alla sua consegna alla Corte”.
“Su richiesta e nel pieno rispetto delle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto del sospettato”, prosegue la nota. “La cancelleria ha anche ricordato alle autorità italiane che, nel caso in cui dovessero individuare problemi che potrebbero impedire o impedire l’esecuzione della presente richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio per risolvere la questione“.