“Entro l’estate la riforma sulla separazione delle carriere”, dice Nordio al Senato

Dalla separazione delle carriere ai problemi tecnici relativi al processo penale telematico, fino alla promessa di incrementare il numero di magistrati e colmare le lacune attuali. Ecco tutti i temi affrontati oggi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio in aula al Senato, durante la relazione annuale sull’amministrazione della giustizia.

Separazione delle carriere

La riforma sulla separazione delle carriere “era un obbligo e un dovere verso gli elettori”, ha detto il ministro a Palazzo Madama, annunciando che l’iter sarà completato “entro l’estate”. Nordio ha aggiunto inoltre che nel ddl costituzionale del governo sulla separazione delle carriere dei magistrati “non c’è nessuna disposizione che nella lettera o nella voluntas o nella ratio prevede l’assoggettamento del pm all’esecutivo: questo postulato assoluto è garantito dalla norma positiva che attua il principio costituzionale secondo cui la giurisdizione si attua mediante il giusto processo, dove le parti sono in condizione di parità davanti al giudice terzo e imparziale. Lungi dall’indebolire l’accusa, la riforma difende e rafforza il ruolo del giudice“.

Quanto poi al pericolo che il pm diventi un “superpoliziotto”, Nordio ha affermato: “Nel sistema attuale lo è già, con l’aggravante che avendo gli stessi potere del giudice, non ha sostanzialmente responsabilità: non solo dirige le indagini ma le crea attraverso la cosiddetta clonazione del fascicolo”. L’intento del governo, ha invece detto Nordio, è quello di garantire la massima indipendenza del pm dal potere esecutivo, “ma vogliamo anche una migliore definizione dei tempi nei quali potrà intervenire ma questo potrà essere oggetto della riforma del processo penale”.

Sull’introduzione nella riforma del sorteggio non solo per i togati, ma anche per i membri laici di espressione parlamentare, Nordio ha spiegato che il meccanismo “è inserito sistematicamente nel complesso giurisdizionale nella sua più alta esplicazione: nei confronti delle persone, del governo e del capo dello stato”. A essere sorteggiati infatti sono i “giudici popolari della Corte d’Assise che possono condannare all’ergastolo; i membri del Tribunale dei ministri, che sottopongono a processo i componenti dell’esecutivo e infine i sedici giurati della alta Corte che giudica il presidente della repubblica per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Quindi nessun diritto di lesa maestà in questa innovazione“.


Sovraffollamento carcerario

Alla fine del 2024, ha spiegato il ministro, “il numero complessivo dei detenuti era pari a 61.861 unità, di cui 59.163 uomini e 2.698 donne”. Nel complesso, “è alta la percentuale di persone extracomunitarie e questo dovrebbe farci riflettere su questa distonia tra cittadini extracomunitari detenuti, cittadini italiani e di altri paesi”. Tuttavia, secondo il ministro, il nostro sistema “non è carcerocentrico” e anzi si sta lavorando sulla “giustizia riparativa”.

Per affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri, ha affermato Nordio, il governo sta lavorando su tre fronti: un'”eventuale detenzione differenziata per i tossicodipendenti, l’espulsione degli extracomunitari dal territorio nazionale” e poi “stiamo agendo nei confronti della carcerazione preventiva”, che riguarda il 20 per cento dei detenuti. Tra le ipotesi sono esclusi provvedimenti di amnistia o di scarcerazione lineare, ha detto Nordio, in quanto “manifesterebbero una debolezza da parte dello stato”: “Si può essere generosi quando si è forti, non quando si è costretti dalla necessità delle cose. Questo sarebbe un incentivo alla recidiva come ci dimostra la stessa esperienza giurisdizionale“.

Il ministro ha poi ricordato la nomina del “commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria” che sarà funzionale “al recupero di nuove strutture detentive per combattere il sovraffollamento, occupandosi della realizzazione delle nuove strutture penitenziarie nonché delle opere di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture esistenti”.

Efficientamento, investimenti e nuovo personale

“Uno dei grandi risultati è la riduzione degli procedimenti arretrati in relazione anche gli impegni presi con il Pnrr“. Nell’affermare il risultato, il ministro della Giustizia ha rivolto anche un “ringraziamento va alla magistratura che lavorando in modo competente, tenace e duraturo ha contribuito a farci raggiungere obiettivi fondamentali per ottenere i finanziamenti”. Mentre “per quanto riguarda gli obiettivi di riduzione dell’arretrato civile pendente al 2019, a fronte di un target atteso del -95 per cento da raggiungere entro dicembre 2024, al 31 ottobre 2024 presso le Corti di Appello è stata registrata una riduzione del -99,1 per cento, mentre presso i tribunali ordinari è stata registrata una riduzione del -91,7 per cento”.

Nordio ha inoltre promesso che nel 2026 sarà colmato “il numero di magistrati previsti nell’ordinamento e che è sempre stato carente del 20 per cento”. Sarebbero del tutto infondate, invece, le critiche sollevate delle opposizioni sui piani assunzionali. “Nell’anno 2021, con il precedente governo, sono state assunte 1.479 unità di personale di Polizia penitenziaria” ha spiegato il ministro durante la replica in Senato, esponendo i dati ufficiali contenuti nella Relazione sull’amministrazione della Giustizia 2024: “Con il governo Meloni dall’ottobre del 2022 sono state assunte 3.840 unità di personale di Polizia penitenziaria, con un piano assunzionale in atto 2024-2025 di ulteriori 5.907 unità”. Inoltre, ha sottolineato, “sono stati assunti 1.061 educatori, 613 contabili, ed è in fase di completamento la pianta organica dei direttori di istituto penitenziario (ultimo concorso era del 1997) a oggi assunti 122 direttori e aumentata la pianta organica a 350 unità”.

Sul tema degli investimenti nel settore giustizia, “il bilancio di previsione dello stato per l’anno finanziario 2025 indica in totale la cifra di circa 11,5 miliardi di euro con un incremento, rispetto alla previsione 2024, di oltre 250 milioni di euro, pari a una percentuale del 2,26 per cento”.

Tecnologia e intelligenza artificiale

Il Guardasigilli si è poi espresso sui vari problemi riscontrati nei tribunali riguardo l’app promossa dal ministero per i processi penali telematici: “Le novità tecnologiche che arrivano creano e hanno creato criticità ma siamo certi che entro fine anno saranno completamente superate e rientreremo nei ranghi e vincoli del Pnrr”. Nordio si è detto anche fiducioso che “grazie alla fattiva e leale collaborazione tra il ministero della Giustizia e gli uffici giudiziari – pragmaticamente orientata alla soluzione dei problemi e scevra da pregiudizi culturali o vischiosità amministrative – si potrà registrare presto il completo venir meno delle ragioni che hanno comportato l’adozione dei provvedimenti di sospensione dell’obbligatorietà del processo penale telematico”.

Secondo Nordio, l’intelligenza artificiale è un “fenomeno da convertire da rischio in opportunità”. A tal proposito, il ministro ha ricordato che la norma prevede che sistemi di AI siano “utilizzati esclusivamente per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario, nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale”, pur riservando sempre “al magistrato la decisione sulla interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento”.

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