Bardi: “L’autonomia? Prima i Lep e un nuovo passagio in Parlamento”

Il presidente della regione Basilicata frena la Lega: “Anche la Corte costituzionale lo ha spiegato: prima degli accordi tra stato e regioni serve rivedere la legge e determinate tutti i livelli essenziali di prestazione”

“Bene che la Consulta abbia bocciato il referendum sull’autonomia, la proposta non avrebbe garantito una scelta consapevole da parte degli elettori. Adesso però, prima di qualsiasi accordo tra stato e regioni, serve che la legge torni in Parlamento e vengano definiti prima in tutte le materie i Livelli essenziali di prestazione (Lep)”. Vito Bardi, presidente della regione Basilicata in quota Forza Italia frena le aspirazione leghiste sull’autonomia. Dopo la decisione dei giudici costituzionali che lunedì sera hanno dichiarato inammissibile il referendum sulla legge Calderoli il governatore del Veneto Luca Zaia ha subito esultato: “Adesso avanti tutta”. Non è un segreto che le regioni del nord governate dalla Carroccio vorrebbero partire subito con gli accordi stato-regioni per la devoluzione di competenze e risorse. “Rispetto Zaia – dice Bardi – ma procedere con gli accordi senza prima definire i Lep significherebbe correre il rischio di creare disuguaglianze tra nord e sud. I Lep sono uno strumento fondamentale per garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione in cui vivono, abbiano accesso agli stessi servizi essenziali. Sanità, istruzione, assistenza sociale sono diritti costituzionalmente garantiti. FI, come ha più volte ribadito il presidente Tajani, sarà garante di un’autonomia equilibrata che non lasci indietro nessuno. Solo dopo aver stabilito i Lep, che devono essere chiari, finanziati e condivisi, si potranno stipulare accordi tra lo stato e le regioni. D’altronde è questa l’indicazione arrivata dalla Corte a dicembre”.

In effetti proprio ieri il nuovo presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso, nella conferenza stampa per il suo insediamento, ha spiegato: “I Lep sono il pilastro su cui si regge la legge Calderoli. Le attribuzioni e il trasferimento sono condizionati alla predeterminazione dei Lep attinenti ai diritti civili e sociali. La possibilità di determinarli senza un intervento del legislatore non c’è”. Insomma, prima di qualsiasi accordo servono i Lep e un nuovo passaggio parlamentare. E’ questo il risultato della sentenza dello scorso novembre pronunciata proprio dalla Consulta che ha in parte azzoppato il progetto leghista. E questa è anche la linea di cui oggi si fanno forti sia Bardi, sia l’altro governatore forzista del sud Italia, il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto. “Le indicazioni della Consulta – dice Bardi – non possono essere ignorate. Il Parlamento ha ora il compito di migliorare la riforma per renderla pienamente conforme ai principi costituzionali. Questo è un passaggio necessario, non solo dal punto di vista giuridico, ma anche politico, per garantire un percorso trasparente e condiviso. Ho grande rispetto per il presidente Amoroso, e credo che le sue parole vadano ascoltate con attenzione. Tornare in Parlamento significa rafforzare la riforma, integrando i rilievi della Corte per creare un testo che non generi conflitti tra le regioni, ma che sia uno strumento per la crescita e la coesione nazionale”.



Certo è che le complicazioni sull’autonomia posso creare problemi. Per la Lega è una battaglia decisiva. E’ il terzo vertice del triangolo delle riforme, insieme a premierato e riforma della giustizia, sul quale si regge l’accordo di governo tra i tre partiti di maggioranza.”E infatti – dice Bardi – l’autonomia non è solo un progetto della Lega, ma un obiettivo di tutto il centrodestra, condiviso e sostenuto da FI, purché si mantenga un equilibrio tra le diverse aree del paese. Per questo la strada giusta è quella di procedere con responsabilità per le vie parlamentari, mettendo al centro la Costituzione e garantendo che questa riforma non diventi divisiva, ma anzi rafforzi l’unità nazionale. FI sarà il garante di una riforma che promuova lo sviluppo di tutte le regioni, valorizzandone le specificità senza creare squilibri. L’autonomia deve essere un’opportunità per tutti, non una competizione tra territori. Definire i Lep e garantire risorse adeguate per tutte le Regioni sono i primi passi indispensabili. Solo in questo modo potremo costruire un’autonomia che sia giusta, costituzionale e realmente vantaggiosa per l’Italia intera”.

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