Camicia bianca, cravatta scura, doppiopetto gessato e caldo cappottone. In posa davanti alla casa di Enzo Ferrari a Fiorano e a una F40, la più famosa delle supercar del Cavallino. Che storia scriveranno insieme lo scopriremo da metà marzo in Australia
Chissà quanto tempo ci avrà messo a scegliere l’abito giusto per la sua prima fotografia da pilota Ferrari. Perché Lewis Hamilton non lascia nulla al caso e se ha deciso di presentarsi in camicia bianca, cravatta scura, doppiopetto gessato e caldo cappottone un motivo ci sarà. Ancora non si sa il nome dello stilista, ma presto ci racconteranno tutto. Gli esperti parlano di alta sartoria e non c’erano dubbi. Un’eleganza sobria, formale, non il primo capo trovato nel guardaroba. Un look decisamente differente da quello a cui ci ha abituati quando fa passerella negli autodromi di tutto il mondo. Decisamente diverso da Schumacher che nel 1995 si presentò con degli stivaloni da texano. Lewis ha scelto un look da alta cerimonia, come quando si era presentato davanti all’allora Principe Carlo, che lo fece Baronetto. Lewis ha dimostrato senso di rispetto per la storia e si è preso i primi applausi virtuali in rete.
Il primo scatto ufficiale, approfittando di una tregua della pioggerellina inglese che lo aveva accolto, racconta tanto. Lewis è in posa davanti alla casa di Enzo Ferrari a Fiorano, nella piazza che è stata dedicata a Michael Schumacher, l’unico pilota ad aver vinto sette titoli come lui. Dietro a lui è stata posizionata una Ferrari F40, la supercar preferita da Lewis, la più famosa anche se ormai non la più preziosa delle supercar del Cavallino di cui Hamilton è da tempo un proprietario. Le altre volte che veniva qui, da cliente, doveva farlo di nascosto. Correva per la concorrenza e non era il caso di farsi vedere mentre entrava a Maranello a comprarsi una Ferrari. Anche questa volta ha provato a entrare di nascosto con dei van dai vetri oscurati, ma poi i tifosi travestiti da paparazzi lo hanno beccato mentre entrava alla Gestione Sportiva in via Enzo Ferrari 27 verso le 10 ed ha cominciato a incontrare gli uomini che lavoreranno con lui quest’anno.
Dalla Gestione Sportiva poi si è spostato in pista dove è stato ricevuto da Benedetto Vigna, il ceo e da Fred Vasseur, il responsabile della Gestione Sportiva e ha posato per la prima foto ufficiale in piazzetta Michael Schumacher. Uno scatto affidato ad un professionista americano della moda, Andre D. Wagner. Nulla è stato lasciato al caso.
Come le prime parole distribuite in inglese e italiano a social unificati (38,6 milioni i followers di Lewis su Instagram; 16,9 quelli della Scuderia): “Ci sono giorni che sai che ricorderai per sempre, e oggi, il mio primo da pilota della Ferrari, è uno di quei giorni. Ho avuto la fortuna di raggiungere traguardi nella mia carriera che non avrei mai pensato possibili, ma una parte di me ha sempre custodito il sogno di guidare in rosso. Non potrei essere più felice di realizzare quel sogno oggi”, ha postato Lewis, aggiungendo poi: “Oggi iniziamo una nuova era nella storia di questa squadra leggendaria e non vedo l’ora di scoprire quale storia scriveremo insieme”.
Che storia scriverà insieme alla Ferrari lo scopriremo da metà marzo in Australia. Dopo la prima gara capiremo tanto, anche se non tutto. La sua settimana intanto prevede molto lavoro al simulatore e mercoledì, tempo permettendo, il debutto in pista a Fiorano con una vecchia SF23 che la prossima settimana guiderà poi a Barcellona in attesa che la monoposto 2025 venga presentata il 19 febbraio.
Dopo le foto, ha incontrato anche Piero Ferrari e poi ha cominciato la sua full immersion ferrarista, a partire dall’ingegner Riccardo Adami che sarà il suo ingegnere di macchina e di cui aveva già chiesto le referenze telefonando nei giorni scorsi a Sebastian Vettel che aveva lavorato con lui. Ha visitato il simulatore dove presto comincerà a lavorare, ha verificato che il volante fosse stato modificato come aveva chiesto spostando qualche comando rispetto a Leclerc e Sainz, poi ha lavorato al sedile, il suo posto di lavoro per i prossimi due anni. La cura dei dettagli non è passata inosservata. Lewis lavora come Schumacher, dicono già dall’interno. Il sogno è che anche i risultati siano gli stessi.