Il “rally speech” del presidente eletto a poche ore dal giuramento ripropone gli obiettivi portati avanti in campagna elettorale: stop all’immigrazione illegale e alle guerre in medio oriente e in Ucraina
Ieri c’è stato l’ultimo discorso del presidente eletto Donald Trump sul palco della Capital One Arena prima dell’insediamento alla Casa Bianca previsto per oggi 20 gennaio 2025, a cui sarà presente anche la premier Giorgia Meloni, atterrata da poco a Washington.
“Domani vedrete qualcosa di speciale. Vedrete ordini esecutivi che vi renderanno felici. Ne vedrete molti”
Nel cosiddetto rally speech al comizio pre-inauguration day, non sono mancate le rassicurazioni del tycoon, il quale ha portato avanti i punti fondamentali della sua campagna elettorale, promettendo efficienza e tempestività nella risoluzione di “ogni singola crisi che il Paese si troverà di fronte”.
Subito più di 200 atti esecutivi
Come annunciato da settimane, già oggi Trump dovrebbe firmare una serie di atti esecutivi per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Secondo una fonte di Reuters, Trump si sta preparando a firmare più di 200 atti esecutivi. Si prevede che gli ordini riguardino la sicurezza delle frontiere, i rimpatri massa, l’annullamento delle iniziative governative sulla diversità, la grazia per gli imputati dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021, l’aumento della produzione di petrolio e gas e la sostituzione di migliaia di burocrati governativi di carriera. Trump ha inoltre promesso di abrogare “ogni ordine esecutivo radicale e sciocco dell’amministrazione Biden” entro poche ore dall’insediamento alla presidenza.
La politica internazionale
Riguardo alle crisi internazionali, Trump ha ricordato: “Abbiamo raggiunto un epico cessate il fuoco” a Gaza, e ha promesso di trovare tempestivamente una soluzione anche per l’Ucraina, dove milioni di persone “stanno morendo in una guerra insensata”. Continuando sulla linea che percorre ormai da mesi riguardo ai conflitti internazionali ha dichiarato: “Ci hanno portato sull’orlo della Terza guerra mondiale, ma non accadrà, non accadrà”.
“Abbiamo vinto. A mezzogiorno si chiude il sipario su 4 anni di declino americano. Inizia un nuovo periodo di prosperità e orgoglio. Fermeremo l’invasione”.
La lotta all’immigrazione illegale resta una delle priorità della sua “agenda storica”. Trump, infatti, inaugurerà il suo mandato dichiarando l’emergenza nazionale ai confini con il Messico. “Quando il sole tramonterà”, il 20 gennaio, “l’invasione dei nostri confini si fermerà”, ha dichiarato, “Difenderemo i nostri confini, proteggeremo i nostri cittadini: non saremo invasi, occupati, conquistati”.
“Ci riprenderemo la nostra ricchezza. Riporteremo legge e ordine nelle nostre città, riporteremo il patriottismo nelle nostre scuole. Renderemo di nuovo l’America grande”
L’ultimo comizio vs l’insediamento
Per celebrare ancora una volta la sua vittoria, Trump ha riunito la famiglia, gli amici più stretti, come Paolo Zampolli, e un gruppo di imprenditori tra cui Jeff Bezos, David Solomon di Goldman Sachs e John Elkann. Non poteva ovviamente mancare il patron di Tesla e Sapce X, Elon Musk, tra i principali sostenitori della nuova Amministrazione, che ha esultato fra gli applausi del pubblico e ha preso la parola: “Non vediamo l’ora di fare molti cambiamenti. La vittoria è solo il punto di partenza”. La scena di domenica probabilmente si contrapporrà al rarefatto evento di giuramento di oggi al Campidoglio degli Stati Uniti, dove si prevede che saranno presenti comunque miliardari e star della tecnologia.