“Du côté de chez Swan”, capolavoro di sintesi, velocità, freschezza, ha vinto il Premio Eccellenti Pittori-Brazzale. Ogni anno si mostra l’incredibile, per non dire inspiegabile, vitalità della pittura italiana
Ogni anno a salvarmi dalla malinconia e dalle mie abituali visioni apocalittiche arriva il Premio Eccellenti Pittori-Brazzale. Tutto sembra decadere, se non agonizzare, tranne la pittura. E il premio mostra ogni anno l’incredibile, per non dire inspiegabile, vitalità della pittura italiana. L’undicesima edizione è stata vinta da un quadro di Giovanni Frangi, “Du côté de chez Swan”, capolavoro di sintesi, velocità, freschezza che attraverso due cigni eleganti rimanda sia al concetto di memoria (il titolo chiaramente gioca con Proust) sia al concetto di movimento, caro invece ai futuristi, ma può essere goduto senza particolari interpretazioni come pura poesia, pura bellezza.
Nella tela datata 2024 che, incidentalmente, trovandomi in giuria, ho votato anch’io, vedo qualcosa di Monet e più di qualcosa di Schifano. Solo che è più brillante di qualsiasi Monet e più terso di moltissimi Schifano. Prego di ricordarmelo ogni volta che starò per emettere un sospiro nostalgico al pensiero della pittura dell’Ottocento o del Novecento: ottima è la pittura del Ventunesimo secolo.