Il Tar del Lazio indica una svolta per non essere più ostaggi dei taxi

I giudici seguono la linea della Consulta: arriva la sospensiva sull’obbligo di sosta di 20 minuti tra un servizio e l’altro per gli Ncc. I tentativi messi in atto dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini per difendere a tutti i costi la categoria dei tassisti per ora non vanno in porto

La sospensiva del Tar del Lazio circa l’obbligo di sosta di 20 minuti tra un servizio e l’altro per gli Ncc è arrivata puntuale. Tale regolamento, che sembrava essere introdotto di fatto per favorire la categoria dei taxi, era uscito a fine ottobre e aveva suscitato molte perplessità. Ridurre l’offerta nel settore della mobilità non di linea quando tutti i cittadini si lamentavano della mancanza di mezzi sembrava davvero assurdo. La Corte costituzionale aveva già bocciato da anni l’obbligo di rientro in rimessa per gli Ncc e l’obbligo di sosta sembrava essere un clone della normativa già bocciata. Con la decisione del Tar, in questo modo per lo meno viene sospesa l’uccisione di un settore importante come quello degli Ncc, ma è chiaro che i tentativi messi in atto dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture sembrano proprio avere l’obiettivo di difendere a tutti i costi la categoria dei tassisti. E invece Autorità dei trasporti, Antitrust e finanche la Corte Costituzionale avvisano da tempo i governi (in realtà Esecutivi di tutti i colori negli ultimi anni) che la situazione per la mobilità non di linea è davvero difficile e che vi sono importanti disservizi per i cittadini. L’estate scorsa la Consulta aveva addirittura avvisato che si veniva quasi a negare un diritto fondamentale come quello della mobilità. Eppure la politica non solo ha fatto finta di nulla, ma ha provato a inserire un obbligo che avrebbe diminuito ancora di più l’offerta. E’ chiaro che non è più possibile andare avanti con una situazione del genere che sta provocando danni economici per difendere una forte categoria come quella dei tassisti, contro gli interessi di tantissimi stakeholders.

Dopo questa battuta d’arresto sarebbe bene fermarsi a riflettere e iniziare ad aprire questo mercato tramite una riforma che permetta di adeguare l’offerta ai grandi livelli di domanda a quali si è arrivati. Non sarebbe difficile, se solo ci fosse la volontà politica di ascoltare non dico i “pericolosi liberisti”, ma almeno la Corte Costituzionale.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.