La nuova Piazza dei Cinquecento. Pronta, ma solo a metà

Come a San Giovanni, lavori completati solo per una parte. Ma il sindaco garantisce: “Entro l’estate sarà tutto pronto”

“Eccoli, eccoli, stanno ad arriva’…”. Con circa un’ora di ritardo nella gelida e soleggiata mattina di gennaio e con un codazzo da far invidia a Joe Biden, il sindaco Roberto Gualtieri due giorni fa ha inaugurato anche piazza dei Cinquecento, il nuovo spazio davanti alla stazione Termini, la vera porta d’ingresso alla città, il biglietto da visita della Capitale, fino a ieri un caotico piazzalone popolato da trascinatori di trolley, autobus al capolinea, taxi e venditori ambulanti. Ora è decisamente meglio, anche perché totalmente pedonale, ma non è ancora finita: lo spacchettamento riguarda l’85%, ne rimane un buon 15% ancora chiuso, “ma sarà aperto tutto entro l’estate”, promettono dal Campidoglio. Il codazzo non è solo del sindaco, visto che insieme a lui ci sono il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, il presidente di Ferrovie, Stefano Donnarumma, e i vertici di Anas, con architetti, ingegneri e via dicendo. L’opera è una delle più importanti del Giubileo: ha coinvolto un’area di 9 ettari (nove campi da calcio), con 540 giorni di lavori e sei ditte impegnate su tre turni, per un totale di 45,1 milioni di euro, di cui 27 di fondi giubilari e 17 proveniente dal ministero delle Infrastrutture, più il resto. Il ministro Matteo Salvini, previsto in agenda, non s’è fatto vedere, evitando così domande scomode sul disastro dei treni, che s’è dovuto sobbarcare con spirito di servizio Donnarumma. “Abbiamo riqualificato uno spazio molto importante per la città, per gli abitanti e i turisti, in anticipo sul cronoprogramma. Un risultato importante che ha visto la collaborazione di tutti: città, governo, sovrintendenza, ferrovie…”, afferma Gualtieri, che pare assai in forma e dopo la conferenza stampa si mette a girare video per i social.

Sul rispetto del cronoprogramma qualcuno alza gli occhi al cielo, visto che diversi interventi sono in ritardo e alcune opere saranno inaugurate a Giubileo finito, ma tant’è. Qui, del resto, manca ancora un pezzo, così come a piazza San Giovanni, anch’essa aperta solo in parte. Terminata, invece, la riqualificazione di piazza della Repubblica verso via Cernaia. Dopo lo spacchettamento, la vista che si apre in uscita dalla stazione con le Terme di Diocleziano, le Mura Serviane, La Chiesa di Santa Maria degli Angeli e appunto piazza (ex) Esedra fa il suo effetto. Anche la pavimentazione di piazza Cinquecento non è male, con linee parallele di colori diversi che richiamano i binari, tre hub per gli autobus più ordinati di prima, nuova corsia per i taxi che si possono aspettare al coperto (sperando ci siano). Non c’è verde, però. “Qui non si poteva piantare niente perché sotto passa la metro”, spiega il sindaco. “Quando tutte le istituzioni collaborano per raggiungere un obbiettivo, il risultato arriva. Mi auguro che questo metodo prosegua oltre l’Anno Santo, altrimenti dovremmo chiedere a Papa Francesco di indire un giubileo ogni anno”, fa notare Mantovano. Metodo Giubileo, dunque. Che in soldoni significa che personalità politiche di diverso colore (centrodestra a Palazzo Chigi e centrosinistra in Campidoglio) depongono le armi e collaborano per il bene comune e nell’interesse dei cittadini. Se fossimo un Paese normale, sarebbe l’abc della democrazia, lo scorrere naturale delle cose, e invece qui viene sottolineato di continuo, fin dalla cerimonia a Piazza Pia, segno dell’eccezionalità della faccenda.

Guardando sempre al mitologico cronoprogramma, a febbraio dovrebbe aprire il nuovo ponte dell’Industria (dove passeranno auto, bus, bici e pedoni), poi toccherà ai parchi di affaccio sul Tevere (non tutti) e infine, tralasciando una miriade di piccoli interventi, l’ultima grande opera con la riqualificazione dell’area delle Vele di Calatrava e impianti sportivi sottostanti, in estate. Intanto ai cronisti che seguono il Campidoglio – tra cui l’argomento principe della giornata è il licenziamento del falconiere della Lazio per i motivi che sappiamo – non è sfuggito che in tutto questo bailamme è sopravvissuta la statua di Papa Wojtyla, opera non proprio imperdibile. “Ecco, quella la potevano pure leva’…”. Ma forse, trattandosi di Giubileo, sarebbe stato troppo.

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