In difesa dell’ex falconiere della Lazio, e il suo pene contro il patriarcato

Il maschio a nudo non è più un tabù: gli si restituisca l’aquila. Gli atteggiamenti estrenei all’ambito lavorativo, considerati sgraditi, e l’effrazione di un cosiddetto patto di lealtà non sono motivi validi per procedere a un licenziamento

Juan Bernabé, spagnolo, anni 56, salutatore romano, stimatore di Mussolini e falconiere della Lazio, lavora allo stadio dal settembre 2010. Viene da poco licenziato per un video pubblicato sui social – il profilo è privato, ma il post è stato condiviso – in cui mostra la sua nuova protesi al pene. Le controdeduzioni sono state: “Mi sono esposto per dare coraggio ai tanti uomini che hanno problemi di erezione e soffrono di nascosto in silenzio. I tifosi della Lazio mi hanno dato forza e mi hanno chiesto consigli. Questo è un tema molto delicato, gli uomini hanno vergogna”. Aiuta anche i compagni.



Foto intima, sanzione massima. Si perde il lavoro. In questo caso con effetto immediato: vuol dire infrazioni di tale gravità da non consentire la prosecuzione nemmeno temporanea del rapporto. Di solito succede quando un dipendente ruba, spaccia o commette atti violenti.



Tutta la Lazio si dichiara “allibita nel vedere le immagini fotografiche e in video del sig. Juan Bernabè e nel leggere le dichiarazioni che le hanno accompagnate”. Intanto: è possibile un licenziamento per atteggiamenti extraprofessionali sgraditi del dipendente? Che conseguenze possono avere fotografie, i post, i commenti? Cosa c’è da sapere su quello che pubblico sui miei account? Devo davvero preoccuparmi di conseguenze sul piano professionale?

C’è una questione giuridica che per decenni è stata tenuta sotto vago silenzio e il legislatore, a ragione, ha preferito non tradurre in nessuna norma. Questa: comportamenti estranei all’ambito lavorativo, ma idonei a determinare una perdita del vincolo fiduciario in relazione agli aspetti legati al rapporto di lavoro, possono portare a sanzioni disciplinari e al licenziamento. Come? Per avere infranto il patto di lealtà reciproca che serve a tenere in piedi un contratto. La fascistissima lealtà. Non è giusto (il licenziamento è impugnabile, considerati anche i nobili motivi, signor falconiere ci pensi). E finalmente c’è un uomo contro il patriarcato come ci si deve stare, con le fragilità esibite, ma quelle vere, concrete, ma non il piantino della prefica ehi-ho-dei-sentimenti-anche-io, uscite buone per l’engagement sui social, crucci da signorine. Qui la lotta al patriarcato la si fa ammettendo il terrore maschile primo della classe, l’invidia del pene degli altri considerata l’insufficienza del proprio. Per il datore di lavoro, ecc. ma associazione sportiva Lazio: resta libera, la libera espressione. Il falconiere ha fatto una cosa buona, gli si restituisca da amministrare l’aquila, un po’ di progressisti in casa non hanno mai fatto male a nessuno.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.