Non è stata un’operazione congiunta. Ma le azioni di ieri sono forse il segnale che anche gli alleati di Tsahal stanno iniziando a vedere il gruppo armato come un serio problema globale
Non è stata un’operazione congiunta, ma ieri dopo che gli Stati Uniti hanno colpito dei siti in mano agli houthi nello Yemen, nel distretto di Harf Sufyan, venti aerei dell’aeronautica israeliana – jet da combattimento, rifornitori e aerei spia – si sono alzati in volo per sganciare circa cinquanta ordigni su tre obiettivi: i porti di Hodeidah e Ras Isa e la centrale elettrica di Hezyaz vicino alla capitale Sana’a. Nelle ultime settimane gli houthi hanno lanciato diversi attacchi contro il territorio israeliano, soltanto giovedì tre missili erano stati intercettati. Tsahal aveva avvisato che se gli attacchi fossero andati avanti, avrebbe reagito prima contro le infrastrutture degli houthi, poi dando la caccia ai suoi leader. Israele aveva avvisato i suoi alleati che gli houthi sono un problema globale, non sono pericolosi soltanto per i cittadini israeliani con gli attacchi sempre più frequenti, ma stanno bloccando il commercio mondiale da più di un anno, attaccando le navi che passano per il Mar Rosso.
Le iniziative per bloccare gli attacchi degli houthi sono state poco efficaci, si sono basate più sulla protezione delle navi che sulla soluzione del problema, con il risultato che gli houthi hanno preso più confidenza con i loro mezzi e si sono rafforzati anche grazie al sostegno di russi, cinesi e soprattutto iraniani, i loro finanziatori. Gli occidentali invece sono rimasti i bersagli degli attacchi, senza però trovare soluzioni vere per reagire insieme. Americani e britannici hanno effettuato alcuni attacchi nello Yemen, che però non hanno trattenuto gli houthi dal continuare la loro guerra. Finora rimane l’unico ancora in buona salute tra i gruppi finanziati dall’Iran per fare la guerra a Israele. Le azioni di ieri di americani e israeliani, anche se non congiunte, forse sono il segnale che anche gli alleati di Tsahal stanno iniziando a vedere gli houthi come un serio problema globale.