Strumenti per le entrate e fase due del concordato. Cosa manca a Meloni sul fisco

L’adeguamento del valore catastale delle case ristrutturate con il Superbonus è sacrosanto, ma va difeso politicamente. Solo così l’appuntamento con la prossima Finanziaria potrebbe portare il taglio dell’aliquota centrale

Parlando di riforme fiscali, al plurale e in termini generici, si mischiano e sovrappongono le idee anche alla premier. Che, rispondendo a domanda esplicita, finisce per elencare correttamente alcune cose fatte, come il mantenimento dello sconto fiscale e contributivo per i redditi più bassi, il passaggio a tre aliquote, l’avvio di forme di premialità per premi aziendali e per altre forme di sostegno al reddito delle famiglie dei lavoratori dipendenti attraverso accordi con la contrattazione di secondo livello, e per indicare le cose su cui il governo intende impegnarsi, a partire dalla riduzione dell’aliquota centrale, quella che tocca la tartassata fascia di reddito intorno ai 50 mila euro annui, ma ne trascura molte altre e importanti. Che poi emergono quasi casualmente, grazie ad altre domande, come succede per l’Ires premiale, citata quando si è parlato di produttività in calo e quindi della necessaria spinta agli investimenti. O per il lavoro fatto nel contrasto all’evasione fiscale, di cui Giorgia Meloni ha parlato quando era stata stuzzicata sulla “discesa in campo” e sul polemico abbandono della guida dell’Agenzia delle entrate da parte di Ernesto Maria Ruffini.

Forse a Palazzo Chigi dovrebbero riprendere il filo di un intervento complesso, comprensibilmente affidato alla competenza del viceministro Maurizio Leo, ma per il quale serve ora una forte rivendicazione politica, anche per sottrarre la materia a improvvisazioni e a iniziative incontrollate nella stessa maggioranza.

Il concordato per gli autonomi va gestito, anche nella sua seconda fase, quella dei controlli su chi non ha aderito. L’Agenzia può essere dotata di maggiori strumenti per l’incasso (il recupero reale delle somme dovute è un obiettivo legato al Pnrr). L’adeguamento del valore catastale delle case ristrutturate con il Superbonus è sacrosanto, ma va difeso politicamente. Solo così l’appuntamento con la prossima Finanziaria potrebbe portare il taglio dell’aliquota centrale. Un passaggio che, avvicinandosi la fine della legislatura, avrebbe anche un certo peso elettorale.

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