Nella voce di Rino Tommasi c’era il ritmo del ring

La boxe raccontata e narrata dal giornalista veronese e quel momento di perfetta armonia tra parole e corpi che mai più si è palesato in televisione

La boxe, a lungo, lunghissimo, non è stata solo una valanga di pugni e orba forza fisica. Certo lo era, ma sopravvivevano, al di qua e al di là dei guantoni, una dinamica e violenta armonia fatta di ritmo e di ondeggiamenti, simili e dissimili a una danza. Non era facile rendere questo ritmo a parole. Perché è assai complesso rispettare le pause e le accelerazioni, le onde e le risacche di due corpi che sono uno davanti all’altro con l’unico scopo di rimanere in piedi mentre un numero enorme di pugni dati e ricevuti fiacca il fisico, annebbia la vista, toglie il fiato. Rino Tommasi, a suo, modo c’è riuscito grazie a silenzi e accelerazioni, pause e cascate di parole, con tono di voce ondivago, cantilenante quando c’era bisogno, alla maniera veronese e di quel veneto che sa diventare filastrocca quando è velocizzato.

Nella voce di Rino Tommasi c’era il ritmo del ring. A parole riusciva a tener conto delle movenze dei pugili che le telecamere inquadravano. Una voce che non strideva con le immagini, che non si sovrapponeva alle immagini, ma che era capace di integrarle e avvolgerle senza sovrastarle. Non era facile, non è mai stato facile. Soprattutto allora, con la televisione che mandava in onda quella turbolenta tempesta di muscoli e cattiveria che di nome faceva Mike Tyson.

Mike Tyson manda al tappeto Frank Bruno (foto Ansa)

Erano anni di veloce, rapidissimo cambiamento. Quello che era stato, e a lungo, prima, in pochi anni venne spazzato via da un uomo capace di diventare la boxe, ma un pugilato a tratti inedito, a tratti sconvolgente, senz’altro stupefacente. Nella storia della boxe di pugili come Tyson ce ne erano stati, ma mai animati da una forza e da una violenta fame come quella di Iron Mike.

Lo stravolgimento di Tyson fu accompagnato dalla novità della voce di Rino Tommasi. Crebbero assieme, distanti sia nello spazio sia nello stile, eppure stranamente e, soprattutto, inaspettatamente compatibili, come poche volte un campione e un telecronista sanno essere. Rino Tommasi riuscì a dare a Tyson l’armonia che Tyson non aveva sul ring. Udito e vista riuscivano a diventare un tutt’uno come mai sino a prima era capitato, almeno nella boxe.

Rino Tommasi ha commentato molti incontri, ha a lungo parlato di boxe con perizia e parole nuove, riuscendo a farci sembrare vivi i numeri, dando, come mai era accaduto prima e come mai accade ancora oggi, ai numeri una parvenza di racconto. La sua voce è stata la boxe per almeno un paio di generazioni, ha raccontato campioni e meteore, speranze, illusioni e certezze del pugilato. Ha raccontato bene, sempre in modo interessante, pure il tennis in coppia con Gianni Clerici. Eppure, quell’armonia, quella perfetta sintonia di corpo e voce, l’ha raggiunta solo con Mike Tyson.

Rino Tommasi è morto oggi a Roma. La boxe vivacchia tra grandissimi eventi e moltissima forza e sempre meno armonia. Mike Tyson ogni tanto ritorna, incassa, fa show, senza però più figurare davvero “sul suo personalissimo cartellino”.

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