Uomo di conti, storico commercialista di Silvio Berlusconi, ha raccolto i 14 voti necessari all’elezione come successore di Casini. Ma gli oppositori contasto un conflitto d’interessi e chiedono una ratifica del voto nel prossimo consiglio di Lega
Le grandi di Serie A hanno eletto Ezio Maria Simonelli alla presidenza della Lega con i 14 voti necessari, un risultato che non avevano raggiunto i suoi due predecessori Dal Pino (12 voti) e Casini (11). Ma non gli è bastato raggiungere la maggioranza richiesta per essere proclamato immediatamente. Tutto è rinviato ad un consiglio di Lega della prossima settimana perché sul nuovo presidente pendono i dubbi del conflitto di interessi, come riassunto dal parere legale del giurista Natalino Irti che già aveva bloccato l’elezione il 9 dicembre.
Questa volta i 14 voti sono arrivati lo stesso (il Lecce si è aggiunto ai 13 della volta scorsa) ed il quorum è stato raggiunto con i voti di tutte le grandi (Inter, Juve, Milan, Roma, Atalanta) e l’esclusione dei grandi oppositori guidati da Lotito, Cairo e de Laurentiis contrari ad un’elezione che secondo loro rischia di essere inficiata dal conflitto d’interesse. Ezio Maria Simonelli, uomo di conti, storico commercialista di Silvio Berlusconi, amico di Adriano Galliani che lo ha proposto è infatti presidente del Collegio sindacale di Mediaset Italia e di Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi che controlla il Monza. Lo statuto della Lega nega la possibilità di essere eletto a chiunque sia legato con una delle 20 società. Secondo i ribelli non basterebbero le sue dimissioni da tutti gli incarichi per renderlo eleggibile. Tanto che il presidente in carica Casini non ha voluto ufficializzare l’elezione convocando un consiglio di Lega per risolvere ogni dubbio ed evitare un caso Micicchè costretto a dimettersi nel 2019 dopo che la Procura della Federcalcio aveva aperto un’indagine sulla regolarità del voto dell’assemblea di Lega del marzo 2018.
Prima di annunciare il suo successore, Casini vuole essere certo che tutti gli ostacoli siano stati rimossi. In realtà c’è chi legge la mossa come l’ultimo disperato tentativo di Lotito per far saltare tutto, considerando che lui non ha votato per Simonelli, tentando fino all’ultimo di farlo saltare con la fantasiosa ipotesi di Montezemolo (sponsorizzato da Lotito, Cairo e De Laurentiis) circolata l’altro giorno, ma prontamente smentita prima del voto dal diretto interessato (“Ringrazio i molti che hanno pensato a me, ma sono molto impegnato a viaggiare… con Italo”).
Simonelli, nato a Macerata il 12 febbraio 1958, laureato in economia e commercio all’università di Perugia nel 1982, è un uomo da sempre vicino al calcio che ha frequentato diventando anche reggente della Lega nel 2017 dopo l’addio di Beretta. In un paio di occasioni aveva tentato anche la scalata alla Lega di Serie B uscendo sconfitto da Maurizio Beretta nel 2013 e da Balata nel 2021. Il calcio era insomma da sempre una delle sue passioni. Questa volta si sono allineati i pianeti e i suoi rapporti con la politica lo hanno aiutato, visto che è molto appezzato dal ministro dell’economia Giorgetti che nel giugno 2023 lo ha nominato membro del consiglio di amministrazione di Amco, società legata al ministero, specializzata nella gestione dei crediti deteriorati per finalità di interesse pubblico.
Simonelli, pur mantenendo separate le rispettive attività professionali, ha diviso per tanto tempo una ventina di anni fa, lo studio con il viceministro Maurizio Leo, incaricato da Giorgia Meloni della riforma fiscale. Insomma è un uomo stimato da chi oggi governa il Paese. Un requisito che ha convinto anche gli scettici dell’ultima ora, perché in questo momento più che mai il calcio ha bisogno di un aiuto dalla politica. Il presidente della Figc Gabriele Gravina, si è comunque già congratulato: “Auguri di buon lavoro a Ezio Simonelli, persona seria e appassionata che stimo molto. La sua elezione rappresenta un segnale indiscutibile di ritrovata sintonia e serenità all’interno della Lega di A, l’attuale clima propositivo favorirà sicuramente una nuova stagione di collaborazione con la FIGC e con tutte le componenti federali, con l’obiettivo di sviluppare al massimo tutte le potenzialità del calcio italiano“. Gravina era stato spesso in contrasto con Lorenzo Casini, il presidente uscente che non aveva mai ritirato la sua disponibilità ad un nuovo mandato, ma che alla fine è stato tagliato fuori perché visto come uomo di fiducia di Lotito che, nonostante sia senatore di Forza Italia, questa volta non è riuscito a raccogliere i consensi necessari e comunque continua a fare ostruzionismo nonostante i 14 voti incassata da Simonelli.
Il calcio che avrebbe bisogno di unità si sta spaccando un’altra volta in Lega. Nella tarda serata di venerdì, poi Simonelli ha fatto sapere di voler accettare l’incarico, con una mossa che escluderebbe definitivamente il presidente uscente Casini. Lui considera chiusi i giochi, mentre gli avversari fanno notare che esisterebbe un contrasto con il verbale della stessa assemblea, firmato con la sottoscrizione di un richiamo necessario all’appuntamento in Consiglio (il 27 dicembre) per la proclamazione. Questo è il calcio di Natale.