Orbán non approva il rinnovo di tutte le sanzioni dell’Ue alla Russia. Aspetta Trump

La mossa del premier ungherese è “preoccupante” perché, a differenza che in passato, quando faceva un passo indietro all’ultimo minuto, le minacce ora vengono messe in atto e proprio nel momento in cui gli effetti si fanno sempre più sentire sull’economia russa

Viktor Orbán terrà l’Unione europea in sospeso per tutto il prossimo mese sulla sua capacità di sostenere l’Ucraina con le sanzioni contro la Russia. Il primo ministro ungherese, al termine del Consiglio europeo giovedì sera, ha sorpreso gli altri leader prendendo la parola per annunciare che non intende approvare il rinnovo delle sanzioni dell’Ue, perché vuole aspettare l’inaugurazione di Donald Trump e riflettere se dare o no il suo assenso. Le sanzioni scadono il 31 gennaio e serve l’unanimità dei ventisette stati membri per rinnovarle per sei mesi. Dal 2014 e l’annessione della Crimea, l’Ue ha sempre rinnovato le sanzioni contro la Russia. Questa settimana ha adottato il quindicesimo pacchetto dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina: un mancato rinnovo comporterebbe la fine di tutte le sanzioni, dal congelamento di 200 miliardi di attivi della Banca centrale russa alle liste nere in cui sono stati inseriti i responsabili e sostenitori della guerra.

Alcuni leader europei minimizzano, convinti che Orbán voglia restare sotto i riflettori per i prossimi 40 giorni o ottenere concessioni su altri dossier, come i fondi dell’Ue congelati per le violazioni dello stato di diritto. Ma, secondo una fonte europea, la mossa del premier ungherese è “preoccupante” perché, a differenza che in passato, quando faceva un passo indietro all’ultimo minuto, le minacce di Orbán ora vengono messe in atto. A ottobre il premier è andato fino in fondo con la minaccia di veto sulla proposta di prolungare la durata delle sanzioni da sei mesi a tre anni, una condizione posta dall’Amministrazione Biden per partecipare al prestito da 50 miliardi di dollari del G7 all’Ucraina (alla fine gli Stati Uniti hanno deciso di partecipare comunque). Inoltre, Orbán potrebbe compromettere l’azione dell’Ue per indebolire Vladimir Putin, proprio nel momento in cui gli effetti si fanno sempre più sentire sull’economia russa. Se Orbán andrà fino in fondo, questa sarà “una bomba nucleare” che scoppierà all’interno dell’Ue, spiega al Foglio un’altra fonte.

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