De Luca condannato a risarcire 609 mila euro alla Campania per le Covid card

Secondo la Corte dei Conti, il governatore è colpevole di danno erariale per le tessere sanitarie che al tempo attestavano l’avvenuta vaccinazione contro il virus perché si sarebbero sovrapposto al green pass nazionale. Assolti gli altri componenti dell’Unità di crisi

Il presidente della Campania Vincenzo De Luca è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire alla regione 609 mila euro in relazione alla produzione delle smart card regionali, le tessere sanitarie che al tempo attestavano l’avvenuta vaccinazione contro il Covid perché ritenute “un inutile duplicato del green pass nazionale”. De Luca era stato rinviato a giudizio il 5 marzo scorso con gli altri componenti dell’Unità di crisi: Italo Giulivo, capo della Protezione civile regionale, Antonio Postiglione, capo della Sanità in regione, i dirigenti Massimo Bisogno, Ugo Trama e Roberta Santaniello che oggi sono stati assolti a differenza del governatore. A tutti era stato contestato un danno erariale di 3,7 milioni di euro, e al solo presidente erano stati chiesti 928 mila euro, il 25 per cento del totale.

Le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Napoli sono state svolte sotto la direzione dei pm contabili Davide Vitale e Mauro Senatore. De Luca è stato condannato per aver agito con dolo: secondo la procura contabile le tessere furono uno spreco per le casse della Regione visto che all’epoca era entrato in vigore già il Green pass nazionale.

La vicenda risale all’inizio del gennaio 2021. De Luca annuncia l’introduzione di una tessera speciale per certificare l’avvenuta vaccinazione contro il Covid, ma la consegna effettiva da parte della società bolognese Ermes srl è avvenuta solo cinque mesi dopo. In questo lasso di tempo il governo Draghi ha introdotto il green pass nazionale che si è quindi sovrapposto a quello regionale.

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