Manovra tombolata. L’assalto ai cigni del Mef e all’ex capo di gabinetto di Fraccaro

Banchi vuoti, emendamenti per società elettriche, gli sfoghi contro i funzioanri del Mef che vigilano sui ministeri e l’attacco ai fuznioanri della Camera, con il passato 5s

Una manovra da sfrenati, e da addormentati. Banchi vuoti, emendamenti accartocciati. La sveglia! Alle nove, si presenta in Aula solo il ministro Giorgetti. Maggioranza sotto le coperte. Piccola ronfata. Che bello dormire. L’opposizione: buuu. Il voto finale è atteso oggi, con fiducia. Federico Freni, l’Yves Saint Laurent dell’Economia, il sottosegretario del Mef, spiega, impomatato e curato come un modello della Settimana della Moda di Milano: “Sono polemiche da pollaio. Io parlo come il mio grande ministro. L’opposizione fa l’opposizione. Giuste le loro proteste. Ma andrà tutto bene. Rispetteremo i tempi”. Mica tanto bene. E’ partito un attacco di FdI ai funzionari della Camera e a Giorgetti, Giorgettinho, il ministro motozappa. L’accusa di FdI: “Troppi emendamenti a favore della Lega, da parte della Ragioniera, Daria Perrotta”. L’accusa del Pd: “Improvvisamente, l’altra notte sono arrivate coperture per nove provvedimenti ritenuti problematici che non c’erano. Mah”. Il Mef si sta espandendo: i suoi cigni governano adesso i più importanti ministeri. Due nuovi capi di gabinetto sono espressione del Mef. Nulla di male, anzi, magari tutti, ma comincia a non piacere a FdI, FI. Ci sono poi i boiardini della Camera. La polemica è partita da Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI, che si scatena contro il capo ufficio segreteria della Commissione Bilancio. E’ Alberto Tabacchi, funzionario rispettato, con un passato che però acceca il governo. E’ stato capo di gabinetto di Riccardo Fraccaro, il padre del Superbonus, la grande piaga che fa tarantolare Meloni. Tabacchi+Fraccaro-manovra= aho, ce vojono frega’. Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé che mercoledì assiste allo sfogo di Bignami (“fate presto”) dice (e lo sentono dal corridoio) “ma che modi sono? Mai visti. Serva una calmata”. La polemica continua, la mattina. Giuseppe Castiglione, il nome grosso di Forza Italia in Sicilia: “Meloni è bravissima, lo sta dimostrando. Il suo intervento di Atreju è stato favoloso, ma questo atteggiamento dei suoi non aiuta. Siamo al governo. Che motivo c’è di far cosi?”. Una manovra in apparenza semplicissima da approvare rapidamente, si impantana e illumina nuove dispute. Vinicio Peluffo del Pd: “Hanno fatto tutto loro, maggioranza, opposizione, e ostruzionismo”. Il ritardo è causa degli emendamenti tontoloni e riformulati dal governo. Il primo: quello sugli stipendi dei ministri non eletti. Il secondo: riguarda la concessione elettriche territoriali da rinnovare in automatico per altri quarant’anni. Peluffo: “Lo hanno voluto da Chigi”. Enel fa incassi che sono una meraviglia e l’ad Flavio Cattaneo è amatissimo da Meloni. Ah, piccola nota. L’emendamento Rai sui costi del personale da ridurre non c’è più, scomparso: si tagliano solo le consulenze esterne. Non cambia mai nulla. Rai, di troppo, e di più. Alla Camera, dove il presepe con le lucine e i pastorelli conciliano la pennichella, si ragiona sull’avanzata Mef. Daria Perrotta è la ragioniera dello Stato, Valentina Gemignani è ora la nuova capa di gabinetto del ministro Giuli, e da poche ore Barbara Luisi è capo di gabinetto di Pichetto Fratin (l’ex Antonio Scino è andato a Ferrovie). Sono tre donne bravissime, tostissime, ma i parlamentari abituati agli emendamenti “a fratello, che te serve?” temono di essere sopraffatti dalla loro competenza. A peggiorare il quadro il solito Salvini (auguri per la sentenza di oggi) che ha spostato ulteriori denari dal Fondo di Sviluppo e Coesione per destinarli al Ponte sullo Stretto. Le regioni del Sud vogliono sì il ponte, ma non vogliono perdere il malloppo. A metà pomeriggio scompaiono ben 1.5 miliardi di risorse per la sicurezza stradale. Ogni anno va così, ma quest’anno c’è un qualcosa. La confidenza degli assediati, i funzionari della Camera: “Il prossimo obiettivo del governo, questo impossibile, è l’Upb, l’ufficio parlamentare di Bilancio, guidato da Lilia Cavallari. E’ l’ufficio pulci, l’ufficio con la penna rossa”. Pensieri sinistri, Natale vicino, Fazzolari, dove sei? (Siamo fazzi di te!). Oggi si taglia il panettone-manovra. Gli emendamenti sono i canditi. Dolce pecetta, bianca manovra (non vedono tutti l’ora di fare la tombolata).

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  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio

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