Uno studio ha esaminato l’effetto dei preparati biodinamici 500 e 501 rispetto a un controllo organico in un vigneto in Svizzera. I ricercatori non hanno rilevato alcun effetto degno di nota. Anche il suolo non ha mostrato variazioni significative
Lo studio “Effect of biodynamic preparations 500 and 501 on vine and berryphysiology, pedology and the soil microbiome“, condotto da Markus Rienth e colleghi, ha esaminato l’effetto miracoloso, o meglio, presunto miracoloso dei preparati biodinamici 500 e 501 rispetto a un controllo condotto a biologico in un vigneto commerciale di 0,76 ettari a Mont-sur-Rolle, in Svizzera – proprio cioè
nella nazione che ospita la capitale spirituale della biodinamica, Dornach, dove risiede quel pomposo edificio chiamato Goetheanum.
L’esperimento, iniziato nel 2015, ha coinvolto viti di Vitis vinifera L. cv. Chasselas su portainnesto 3309C, applicando un serissimo disegno a blocchi randomizzati, dove l’unica differenza consisteva nell’applicazione dei magici preparati biodinamici. Il preparato 500 è ottenuto con letame bovino sepolto in un corno di vacca durante l’inverno e successivamente dinamizzato, cioè mescolato con acqua seguendo movimenti accuratamente prescritti. Si suppone che questo incantesimo agricolo migliori il suolo e l’attività microbica. Il preparato 501, invece, consiste in quarzo macinato (sì, proprio sabbia), anch’esso riposto in un corno di vacca, questa volta d’estate, e spruzzato sulle foglie per incrementare la fotosintesi, rafforzare le piante e chissà che altro.
I ricercatori, nonostante tutto il rigore scientifico applicato, e anzi proprio per quello, non hanno rilevato alcun effetto degno di nota. I parametri fisiologici della vite – resa per metro quadrato, rigoglio delle piante e contenuto di azoto fogliare – non hanno mostrato differenze significative rispetto al controllo trattato in regime biologico. I trattamenti magici, guarda un po’, non hanno influito nemmeno sulla fotosintesi netta, salvo un singolo e fugace momento di gloria rilevato l’8 maggio 2018, come una sorta di effetto placebo per le viti, che non si è mai più ripetuto. La qualità delle bacche, valutata in termini di zuccheri, peso e acidi organici come malico e tartarico, è risultata anch’essa perfettamente indistinguibile tra viti biodinamicamente benedette e viti trattate
con la più banale pratica biologica.
Ma la storia non finisce qui. Anche il suolo, che avrebbe dovuto beneficiare di una vigorosa rinascita energetica grazie al letame magico e alla polvere di quarzo, non ha mostrato variazioni significative nella densità apparente, nella capacità di ritenzione idrica, nella stabilità strutturale o nella presenza di macropori. L’analisi del microbioma del suolo, condotta con il sequenziamento del DNA, ha rivelato che i funghi presenti si sono mostrati del tutto indifferenti ai rituali biodinamici. Le comunità microbiche erano infatti simili nei due gruppi, come a dire che i microrganismi del suolo, forse meno suggestionabili delle cantine di alta gamma, non credono alle storie dei corni sepolti.
Questi risultati, tutt’altro che sorprendenti, forniscono l’ennesima conferma che il valore aggiunto delle pratiche biodinamiche risiede più nella narrativa esoterica che nei dati reali. Quando si confrontano le viti trattate con i corni magici con quelle sottoposte a un rigoroso controllo biologico – negli stessi identici luoghi, con le stesse identiche piante – la differenza risulta essere pari a zero. In altre parole, la magia non funziona, anche se il suo costo rimane ben reale: produrre biodinamico è del 10-15% più costoso del
biologico. Un bel premio per chi decide di spruzzare acqua e sabbia dinamizzate con movimenti prescritti, in un rituale che farebbe sorridere anche le viti stesse, se potessero farlo; un costo che, alla fine, finisce scaricato sul consumatore finale.
Lo studio ribadisce ciò che ogni ricercatore serio ha già più volte affermato, sulla base dell’incompatibilità dell’esoterismo con la scienza moderna: al di là della retorica, il biologico senza fronzoli funziona esattamente come il biodinamico, ma senza bisogno di corni, lune e pozioni. Gli autori concludono, con grande pazienza e diplomazia, auspicando ulteriori studi a lungo termine per esplorare i presunti benefici di queste pratiche. Ma a chi piace il rigore scientifico, è chiaro oggi ciò che era già ben chiaro prima:
quando il metodo sperimentale sostituisce il fumo esoterico, la biodinamica mostra esattamente ciò che è. Una suggestione costosa, un’eco di credenze magiche che non sopravvive all’evidenza.