Parla Carlo Masci, che ha sottoscritto la lettera rivolta dalle associazioni ebraiche a von der Leyen e Costa: “Qui da noi in occasione della Giornata europea della cultura ebraica coinvolgiamo anche le scuole. Ci vogliono figure illuminate”
E’ l’unico sindaco italiano, quasi una mosca bianca, ad aver firmato l’appello delle principali associazioni ebraiche europee per il contrasto all’antisemitismo rivolto alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. “L’ho fatto senza remore. La situazione sta diventando preoccupante. E’ gravissimo quel che sta accadendo in Europa”, spiega al Foglio Carlo Masci, primo cittadino di Pescara. Esponente di Forza Italia, al suo secondo mandato nella città abruzzese, Masci figura accanto a nomi quali gli ex premier francesi Manuel Valls e Bernard Cazeneuve. L’unico altro politico italiano è il parlamentare di Fratelli d’Italia Marco Scurria, componente della commissione Segre su intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza. “Qui da noi a Pescara oramai abbiamo un rapporto stretto con la comunità ebraica”, spiega Masci. “Ogni settembre, da sei anni a questa parte, celebriamo la Giornata europea della cultura ebraica. Per questo quando mi è stato rivolto l’invito da parte dei vertici dell’American Jewish Commettee ho sottoscritto l’appello con convinzione. Nonostante a Pescara, per fortuna, non si siano registrati episodi di antisemitismo, credo che questo fenomeno stia ritornando nelle nostre città con una grande recrudescenza. Per questo c’è bisogno di agire, di fare incontrare le diverse culture, facendo un grande lavoro a livello educativo. In modo da favorire una grande pacificazione”.
E’ un po’ quello che si sta cercando di sviluppare a Pescara, racconta il primo cittadino. “Proprio in occasione della Giornata della cultura ebraica favoriamo gli incontri tra gli esponenti delle religioni monoteiste. Lo diceva Papa Giovanni Paolo II, lo dice anche Papa Francesco, tra le religioni c’è bisogno di fratellanza, di menti illuminate che lavorino a unire piuttosto che a dividere”. Anche per questo in parallelo si muove un lavoro educativo-didattico: “Noi lo facciamo coinvolgendo le nostre scuole, i nostri studenti, perché sappiamo quanto sia importante intervenire in quella fascia d’età”. Un discorso che, come detto, viene portato avanti anche se la deriva d’odio non è direttamente osservabile nel proprio territorio. “Questa capacità d’incontro noi vogliamo favorirla perché è chiaro che il fenomeno va osservato non solo sui singoli individui, ma nelle sue dinamiche nazionali”, ragiona ancora Masci. “Le città non sono fatte di palazzi ma di persone. E noi nel nostro piccolo, qui a Pescara, vogliamo fare la nostra parte perché in un clima di tensioni sempre più forti ed evidenti si possa lavorare nella direzione opposta, puntando sul dialogo e sul confronto”.
La lettera, sottoscritta da molte delle sigle che da anni rappresentano un baluardo nel contrasto all’antisemitismo, tra cui anche l’Unione delle comunità ebraiche italiane presieduta da Noemi Di Segni, riconosce a von der Leyen di aver posto già nel suo primo mandato tra gli obiettivi della sua Commissione la lotta a forme d’odio antiebraico. Eppure chiede di fare ancora di più, a partire proprio dal Consiglio europeo che comincia oggi. Stanziando maggiori risorse e predisponendo un maggior coordinamento a livello europeo tra paesi membri e Bruxelles. A maggior ragione perché, come si è visto ad Amsterdam a novembre, alcune città europee stanno diventando sempre più inospitali per le comunità ebraiche. “E’ un tema, ripeto, che deve interrogare tutti”, riconosce ancora il sindaco di Pescara Masci. Ci sarebbe forse bisogno di un maggior coraggio da parte di figure istituzionali, a partire dai suoi colleghi sindaci, che potrebbero impegnarsi in prima persona per seguire il suo esempio? “Non mi sento di dare lezioni a nessuno”, dice Masci. “Qui a Pescara, a cospetto di una comunità ebraica non così numerosa, abbiamo capito quanto fosse comunque importante puntare su un lavoro culturale in grado di prevenire forme di odio. L’odio antisemita va contrastato a partire dai territori. Sapendo che la recrudescenza cui stiamo assistendo è preoccupante”.