Non è vero che i cattivi hanno necessariamente l’aria truce da cattivi. Il killer di Brian Thompson aveva un volto aperto e sorridente, tutto fuorché quello di un ragazzo destinato a uccidere
Sì o no la nostra società sta diventando particolarmente feroce, una società voglio dire che predica la tolleranza e il contatto tra i diversi, ma dove ci metto niente a fartela pagare cara se tu mi contraddici quanto a opinioni politiche o fai qualcosa che rischia di danneggiarmi? In una strada centrale di New York, pochi giorni fa, trovavate un cadavere crivellato di colpi steso per terra, quello di Brian Thompson, un alto dirigente di una società assicurativa di polizze sanitarie. Che quelle società non ci vadano di mano leggera nel pagare il meno possibile (o talvolta addirittura non pagare affatto) i loro assicurati è risaputo. Tanto che negli Stati Uniti il ventiseienne Luigi Mangione, un italoamericano di agiata famiglia borghese con un cursus di studi particolarmente eccellente, è accusato di avere aspettato per strada Thompson alle prime ore dell’alba, di avergli puntato contro la sua pistola e di avere sparato tre colpi alle spalle. Sia o non sia stato Mangione l’assassino, da più parti negli Usa lo hanno decantato come un eroe, qualcuno ha usato addirittura la parola “martire”, come a dire di uno che ha fatto una cosa che andava fatta senz’altro, una sorta di Robin Hood dell’èra moderna. Che Mangione avesse portato a termine una sorta di vendetta simbolica dei tanti che nel tempo erano stati maltrattati dalle assicurazioni. Sui giornali ci sono le foto tanto dell’uomo mentre sta puntando la pistola, quanto il primo piano di Mangione, un volto aperto e sorridente, tutto fuorché quello di un ragazzo destinato a uccidere. E dunque non è vero che i cattivi hanno necessariamente l’aria truce da cattivi. Sono esattamente persone come noi, oggi più che mai. Persone come ce ne sono tante e come ne incontriamo tante tutti i giorni. E comunque l’indagine sull’assassinio di Thompson è ai suoi primissimi passi.
Proviamo a scendere di qualche gradino la scala dei fatti drammatici, proviamo a ricostruire un’atmosfera. Sì o no assistiamo per ore a trasmissioni televisive dove ciascuno dei presenti ha l’aria di voler azzannare il suo interlocutore appena possibile, il prima possibile? Non sono colpi di pistola alla schiena sparati all’alba, beninteso, certo che non lo sono. Ma mentre guardi su uno schermo televisivo i due o tre che stano attorno a un tavolone e ciascuno di loro sta dicendo quel che pensa delle cose di questo mondo, hai l’impressione che la baruffa sia nell’aria, che da un momento all’altro le parole si faranno più offensive, che la scazzottatura verbale sia lì per lì. O comunque che il chiacchiericcio sarà tutto spigoli e allusioni malevole. Raro che le opinioni vengano espresse con semplicità, con eleganza, con palese rispetto di chi ti sta innanzi. Non ne ho trovata di eleganza in tutto quello che è accaduto tra Fedez e la sua ex moglie. Dagospia che in quelle baruffe ci sguazza giorno dopo giorno li chiama “telescazzi”, a far capire che non si tratta di roba da prendere sul serio, ma solo di robaccia che fa rumore.
E per di più gli spettatori televisivi scalpitano nell’attesa di quei momenti, su cui i giornali dell’indomani faranno i titoli e i social appresteranno chilometri di scemenze che ne genereranno altri chilometri, dato che quel che scrivi sui social non paga dazio. E’ terra vergine, su cui ciascuno può galoppare a piacimento. Da questo punto di vista l’odierna politica dei partiti italiani offre un palcoscenico luminoso. Frasette da quattro soldi pronunciate dall’uno o dall’altro dirigente di partito che nutriranno chilometri di scemenze sui social, scemenze che rimbalzeranno sui quotidiani e così via continuando senza pudore. Intere generazioni ahimè se ne nutrono 24 ore al giorno. Non ricordo più dove, le autorità scolastiche hanno vietato l’uso del telefonino a chi non ha ancora compiuto i 16 anni. Hanno fatto bene, è la via giusta? Rispondete voi.
P. s. all’uscita di un suo libro sulla storia del fascismo italiano, lo storico inglese Denis Mack Smith fece notare che lui non aveva mai nominato in quel libro il nome del “colonnello Valerio”, quello che aveva capeggiato lo stuolo di partigiani comunisti che avevano ucciso a quel modo barbarico Benito Mussolini e Claretta Petacci. Mai nominato una sola volta. Che c’è di più forte e di più definitivo del silenzio?