Dopo l’accordo Ue-Mercosur, la presidente della Commissione Ue lancia due proposte a sostegno dei produttori e annuncia una “nuova Visione per l’agricoltura”
“La Banca europea per gli investimenti (Bei) annuncerà tre miliardi di euro in investimenti agroalimentari con una forte attenzione per i giovani agricoltori”, ha detto Ursula von der Leyen nel suo messaggio agli Agrifood days a Bruxelles. La presidente della Commissione europea ha anche annunciato che “nei primi 100 giorni della nuova Commissione presenteremo una nuova Visione per l’agricoltura e l’alimentazione”. Chiuso il negoziato commerciale con i paesi del Mercosur in Sud America, ora l’obiettivo è chiuderlo anche in Europa. Perché il processo di ratifica del trattato internazionale, che durerà dai sei agli otto mesi, può essere bloccato dal Consiglio europeo se i paesi che si oppongono superano il 35%.
Non è una partita semplice. D’altronde non è un caso che la trattativa con il Mercosur sia durata oltre 20 anni e che l’accordo concluso nel 2019 sia rimasto a lungo fermo. Le opposizioni più forti al trattato venivano da due mondi in Europa spesso contrapposti: ambientalisti e agricoltori. Il negoziato, a cui Von der Leyen ha impresso un’accelerazione negli ultimi mesi, ha risposto principalmente ai primi. Nella versione finale firmata in Uruguay, l’Europa è riuscita a strappare concessioni ambientali ai paesi sudamericani, in particolare impegni più forti contro la deforestazione (Brasile) e sul rispetto degli accordi di Parigi sul clima (Argentina). In cambio, Bruxelles ha concesso ai paesi sudamericani maggiore flessibilità sulle politiche industriali, in particolare nel settore automotive, in cui i paesi del Mercosur temono la deindustrializzazione per la differente competitività.
Il settore agricolo, invece, non è stato praticamente toccato. È rimasta la versione del 2019 perché, come spiegano funzionari della Commissione vicini al dossier, “è un accordo bilanciato per l’agricoltura”. Ci sono impatti positivi per la sicurezza strategica su materie prime importanti (come la soia) e, dal punto di vista dell’export, vengono ridotti a zero i dazi sul vino, gli alcolici e i prodotti lattiero-caseari, oltre a olio d’oliva e pasta. Per giunta viene inserita la tutela per 57 denominazioni d’eccellenza che rappresentano oltre il 90% dell’export delle indicazioni geografiche protette. Insomma, anche sull’agroalimentare un paese esportatore come l’Italia – come dimostrano i risultati di altri accordi inizialmente osteggiati, tipo il Ceta con il Canada – non può che avvantaggiarsene.
Anche sul lato difensivo, sostengono da Bruxelles, sono stati ottenuti importanti risultati. Per i settori più sensibili all’import come carne bovina, pollame, zucchero e riso esistono delle quote tariffarie, per volumi pari a circa l’1-1,5% dei consumi interni europei, che non dovrebbero provocare impatti forti sui prezzi. Comunque esistono delle clausole di salvaguardia che, in caso di perturbazioni forti sui mercati, consentono di reintrodurre i dazi e fornire aiuti compensativi agli agricoltori (sarà istituito un fondo da un miliardo da usare, in caso di crisi, per il settore della carne bovina).
Naturalmente, per quanto la Commissione possa argomentare con numeri e razionalità, tutto questo già c’era. E non è servito a spostare l’opposizione totale delle organizzazioni degli agricoltori. Il nuovo negoziato è andato incontro agli ambientalisti, ma i mesi scorsi hanno mostrato chiaramente che il parere e il peso politico degli agricoltori sono più determinanti: von der Leyen è dovuta tornare indietro su molte delle politiche ambientali che colpivano l’agricoltura. Il timore nella Commissione è che l’accordo con il Mercosur “diventi un totem del disagio del mondo agricolo”, pur non avendone alcuna responsabilità.
Per questo il lavoro di von der Leyen, insieme al commissario dell’Agricoltura Christophe Hansen, sarà quello di rispondere al “disagio” degli agricoltori. Sono state annunciate già diverse proposte. Von der Leyen, oltre agli investimenti della Bei, ha annunciato due proposte per rivedere le norme sull’organizzazione comune dei mercati e sulle pratiche commerciali sleali al fine di garantire maggiore potere contrattuale ai produttori nella filiera. “E tutto questo è solo l’inizio”, ha detto Von der Leyen annunciando la presentazione di “una nuova Visione dell’agricoltura”.
Proprio ieri, al Foglio, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva detto che il voto determinante dell’Italia sul Mercosur sarebbe potuto passare dall’attuale no al sì se la Commissione avesse impostato una nuova politica a favore degli agricoltori. Le proposte di Von der Leyen vanno esattamente in quella direzione.