Popoff

La recensione del libro di Graziano Gala, minimum fax, 182 pp., 17 euro

Difficile inoltrarsi nel nuovo romanzo di Graziano Gala senza iniziare dalla forma: una lingua che va ben oltre il mezzo di comunicazione, facendosi essa stessa contenuto del messaggio che veicola. La scrittura di Gala ha una musicalità che rapisce la voce interiore con cui la leggiamo: sfido chiunque ad attraversare questo libro senza ritrovarsi a cadenzare le frasi come fossero versi, riscoprendo una metrica quasi perfetta. Se si prova a sottrarsi a sottrarmi a questo incantesimo, ci si ritrova dopo poche righe di nuovo a ritmare la lettura come fosse una filastrocca antica.



Ma se la filastrocca, si pensa, è affare da bambini, qui si tratta di roba seria. Si potrebbe azzardare che quasi di una escatologia si tratti. Un bambino una notte bussa alla porta della casa di un anziano. Balbetta una domanda, che ripeterà in tutto il libro: cerca il padre che ha perduto. Ma non ha smarrito solo il padre: viene dal nulla, non ha nemmeno un nome, e sarà ribattezzato, un po’ a caso, Popoff. Il vecchio lo accoglie nella sua solitudine di vedovo ancora sposato con il ricordo della moglie, seduta in un angolo della cucina. Il bambino attraversa la vita del paesino in cui è capitato, un ambiente d’altri tempi, molto povero, ma striato dalla stessa meschinità livorosa che si può incontrare ovunque, e di cui lo stesso bambino sarà vittima. Il paese diviene sempre più oscuro e gli abitanti, un po’ alla volta, diminuiscono per effetto di tanto temute lettere di espulsione. Il bambino, continuando a cercare rimedio alla sua condizione di orfano, fugge dalla penombra sempre più profonda che si allunga sul paesino. Ama la luce e la nutre quasi come un desiderio di salvezza contro la ruvidezza delle anime che lo circondano. Tutto è simbolo in questo libro. Popoff non si lascia abbrutire dal mondo, né le sofferenze che subisce e le prove che supera lo fanno crescere: non perderà mai la sua innocenza, mentre tutto attorno a lui le persone sembrano lentamente uscire allo scoperto, come se la luce che il bambino alimenta lì illuminasse nella verità di cui ognuno è portatore. E’ una luce che perdona ogni cattiveria e abbandono, e insegna il perdono.



Tra sostantivi che rotolano in una forma verbale, nomi propri che si fanno definizione di chi li porta, e forme dialettali piene di incanto, Gala ci cantilena con leggerezza e infinita dolcezza la redenzione proveniente dalla vulnerabilità, la speranza veicolata dal disperante, l’umanità che si rivela nella sua più intima fragilità.

Popoff


Graziano Gala


minimum fax, 182 pp., 17 euro

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