“Dioniso” di Walter Otto è un libro utilissimo per la critica del presente

Pubblicato nel lontano 1933 ma non parla di religioni estinte, perché Otto non ha previsto il futuro, ha compreso l’eterno: il dionisiaco è parecchio vivo. Si veda il figlicidio, fenomeno che non è, come credono molti, causato dalla società

Non si creda che “Dioniso” di Walter Otto (Adelphi), pubblicato nel lontano 1933, parli di religioni estinte. Anch’io l’ho aperto con sospetto, temevo contenesse erudizione polverosa. E invece l’ho scoperto utilissimo per la critica del presente. Ad esempio mostra la sterilità dell’arte concettuale, di Maurizio Cattelan e Michelangelo Pistoletto: “Da un concetto non nasce nessuna vita”. Ad esempio rivela la “Traditionis custodes”, l’attacco di Papa Bergoglio alla messa in latino, come un gesto di cancellazione culturale non diverso dall’abbattimento di statue nelle piazze: “Il culto rientra nelle creazioni monumentali dello spirito umano”. Ma come poteva Otto conoscere così bene il nostro tempo? Lo storico tedesco delle religioni non era un profeta, non ha previsto il futuro, ha compreso l’eterno: Dioniso, l’oggetto del suo studio, non è morto come sembra e anzi il dionisiaco è parecchio vivo. Si veda il figlicidio, il fenomeno delle madri che uccidono i figli che per molti è causato dalla società, dalla modernità, dal patriarcato… L’infanticida è invece “trascinata dal cupo spirito del dio”. Che ovviamente era, ed è, un demone.

Di più su questi argomenti:

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

Leave a comment

Your email address will not be published.