Calenzano, il dramma, gli sciacalli

L’incidente nel deposito Eni costringe a ragionare sui confini del rischio zero

L’incidente accaduto nel deposito Eni di Calenzano vicino a Firenze ha purtroppo provocato vittime il cui numero è ancora da precisare e diversi feriti ricoverati negli ospedali vicini. L’impianto di Calenzano non ospita processi di trasformazione di sostanze chimiche ma è un puro deposito di combustibili. L’incidente è avvenuto durante le operazioni di carico nei depositi da parte di alcune autobotti. Presumibilmente di benzine o cherosene. L’operazione avviene solitamente in condizioni di sicurezza, che non prevedono la presenza di personale e con diverse precauzioni impiantistiche per evitare il rischio di esplosioni. Cosa non abbia funzionato lo stabilirà l’inchiesta della magistratura, già oggi sul posto, con l’ausilio dei vigili del fuoco.

La legislazione in Italia in materia di rischio industriale e di sicurezza sul lavoro è, dopo la Direttiva Seveso e la legislazione fortemente voluta da Luciano Lama, allora senatore, molto avanzata. Soprattutto per quanto riguarda il rischio industriale molti investimenti sono stati fatti dai comparti interessati spostando le precauzioni sempre di più verso sistemi di protezione e di allarme automatici, riducendo al minimo il rischio dell’errore umano. Poi, però talvolta non basta e gli incidenti si verificano seppure con una frequenza molto bassa rispetto al passato.

Toccherà alla magistratura indagare le responsabilità. Evitando due approcci ambedue sbagliati. La sottovalutazione anche da parte di Eni di quanto accaduto che dovrà portare a rivedere le procedure di sicurezza dell’impianto e di altri simili, ma anche lo sciacallaggio di quanti ne approfitteranno per mettere sotto accusa un intero comparto industriale che svolge un ruolo fondamentale nell’economia nazionale. Ascolteremo qualche anima buona affermare che se tutte le auto fossero elettriche non sarebbe successo. Invece si incendiano anche le batterie delle auto elettriche e l’unica cosa da fare è lavorare per ridurre il rischio nella attività umane. Ma purtroppo il rischio zero è qualcosa a cui tendere sapendo che sarà impossibile in ogni campo eliminarlo del tutto.

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