Come fare di Verdi un antirazzista inclusivo

E così abbiamo scoperto che Giuseppe Verdi era un “inclusivo” ante litteram perché dalla maga Ulrica in poi, “che a dispetto della definizione razzista ha sempre ragione” non si contano i mulatti e i personaggi di colore vittime di una società classista (don Alvaro, Aida, Otello). Ma abbiamo appreso anche che per le donne in fuga come Leonora della “Forza del destino” che apre stasera la nuova stagione scaligera travestirsi da uomo, da soldato o da monaco, era il modo più efficace per evitare di essere stuprate e/o uccise, (“santa Marina fu la prima delle sante , mentre per Giovanna d’Arco “il simbolo della Francia è una donna vestita da uomo che per questa scelta, eretica, venne mandata al rogo, andatevi a leggere le carte del processo ché si trovano anche sul web”). E abbiamo avuto modo di sapere che tutti i costumi della “Prima” sono stati invecchiati e dipinti a mano “come su una tela visto che sono tutti di lino” e che si ispirano a stampe settecentesche, quadri ottocenteschi (Goya, Fattori), fotografie della I guerra mondiale e riprese dei conflitti odierni. E ora sappiamo pure come si contano e si valutano le presenze in scena (quante, come), soprattutto se la scenografia è complessa come in questo caso per evocare la circolarità della storia.

Insomma, molte attenzione fra i duecento ospiti della quarta edizione della “Prima della Prima” del 6 dicembre, la serata organizzata dal Teatro alla Scala con “Il Foglio della Moda”, inserto di cultura della moda del “Foglio” e Terra Moretti-Bellavista, storico partner del Piermarini. Pensato per valorizzare il lavoro dei maestri costumisti e scenografi che ogni anno collaborano alla realizzazione dell’allestimento dell’opera che inaugura la stagione, quest’anno il progetto ha visto protagonisti, oltre agli ospiti Paolo Besana, direttore comunicazione del Teatro, Valentina Moretti, architetto e vicepresidente Terra Moretti e la curatrice del “Foglio della Moda” Fabiana Giacomotti, la scenografa Federica Parolini e la costumista Silvia Aymonino, ormai coppia collaudata (a loro firma anche l’allestimento degli “Zite ‘ngalera” di Leonardo Vinci la scorsa stagione, mentre Aymonino fu assistente di Hugo De Ana nell’ultima “Forza” rappresentata alla Scala, nel 1999).

Moltissimi gli ospiti accolti dall’ex sovrintendente Alexander Pereira con la couturière Daniela De Souza alla presidente degli “Amici della Scala” Daniela Iavarone, la collezionista Cecilia Matteucci Lavarini, la direttrice generale di Altagamma, Stefania Lazzaroni. In prima fila anche il direttore delle Gallerie d’Italia di Milano, Giovanni Morale, lo stilista Diego Dolcini, la comunicatrice Laura Morino, l’architetto e designer Giulio Cappellini con la moglie Silvia Arnaldi, la vicepresidente di Confindustria Accessori Moda Elena Salvaneschi, Alessandra Pirola Baietta, e ancora Gianfranco Di Natale, direttore generale di Confindustria Moda, Mauro Galligari vicepresidente Camera Showroom, Georges Paternoster, Emea Vic manager di Bottega Veneta, la scenografa Margherita Palli, la storica del costume Margherita Rosina, la conservatrice della Case Museo di Milano Ilaria De Palma, Mattia Boffi Valagussa, la scrittrice Paola Jacobbi e molti amici

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