E’ una tendenza che pare avere avuto inizio nel 2000, quando sono usciti i primi libri con la K in copertina. Ma a infastidire non è l’uso della parola sconveniente, bensì il gioioso tono infantile con cui viene normalizzato e innalzato il vessillo dei prodotti intestinali
A ogni gita in libreria osservo con preoccupazione l’invasione di libri sugli escrementi, fieri di recare in copertina il termine “cacca”, che pudicamente scriverò “K”. Abbondano nella sezione bambini, con L’isola delle K, Servizio K per posta, La K: un’avventura, Le emozioni della K, La K magica, La fabbrica della K, nonché il più ambizioso La grande fabbrica delle K, l’elitario Il re della K, il democratico Tutti fanno la K, Il viaggio della K, La canzone della K, Mi scappa la K e, forse con un residuo di sessantottismo, Impara la matematica con il professor K. Sono passati i tempi in cui all’asilo i piedi si chiamavano “estremità inferiori”, pertanto non mi infastidisce la parola sconveniente ma la sua normalizzazione, il gioioso tono infantile con cui si innalza il vessillo dei prodotti intestinali. Non mi colpisce solo il contrasto coi tempi in cui, per significare disparate funzioni corporali, Pirandello scriveva “recere” e Landolfi “trullare”: mi sconcerta che in queste cinquanta sfumature di marrò nulla sia rimasto dell’iconoclastia letteraria del sinonimo peggiorativo, da Il Merda in Petrolio di Pasolini a La merda.
Partitura di Cristian Ceresoli (Gallucci, 90 pp., 10 euro€); nulla del contrasto fra alto e basso evocato da Dante col “tristo sacco” o dai Fioretti in cui san Francesco dice al diavolo: “Apri la bocca, e mo vi ti caco”. E, poiché in Italia gli adulti sono bambini invecchiati male, ecco che le deiezioni tracimano sugli altri scaffali, con Buona K a tutti!, Come fare la K al lavoro, Fatela tutta, fatela bene: K, manuale di istruzioni, più una congerie di attività (quiz, test, gialli, meditazioni) da svolgere assisi sulla seggetta, mentre fai la K. C’è anche l’inquietante prosimetro Amo la K, per i tipi di un coraggioso editore di Modugno. E’ una tendenza, ormai impossibile a trattenersi, che pare avere avuto inizio nel 2000, quando sono usciti i primi libri con la K in copertina: K verde e pecore marziane, Tonda e la K, K addosso & pipì a letto. E pensare che, al giro di secolo, eravamo stati colti da un diffuso millenarismo che aveva portato a un inatteso risveglio dell’escatologia. Poi ci siamo rilassati e abbiamo perso una vocale.