Conte non è il Mago di Oz. È Dorothy, nel senso di Doroteo. Una sòla per il Pd

Il leader del Movimento 5 stelle continua a non far capire assolutamente ad alcuno ciò che vuole e ha riproposto la scienza della supercazzola democristiana

Altro che Mago di Oz. Giuseppe Conte, fedele com’è alle sue promesse di non far capire assolutamente ad alcuno ciò che voglia, ieri ha detto così alla Stampa: “Non siamo di sinistra, siamo progressisti indipendenti“. Genio. Altro che Mago di Oz. Conte, che in Europa è iscritto al partito The Left (la sinistra), è Dorothy. Nel senso di doroteo. Anzi, da domani siamo tutti autorizzati a chiamarlo proprio così: Doroteo Conte. Come uno si chiamerebbe Oreste o Camillo o Annibaliano. In un lampo ha riproposto la scienza della supercazzola democristiana. “No sinistra, ma progressisti indipendenti”. Lui, per il Pd, è come quella vecchia pubblicità: Chiamami Dorothy, sarò la tua sòla.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori “Fummo giovani soltanto allora”, la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.

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