Il Musk del nostro scontento. Parla il presidente dei possessori italiani di Tesla

Da possessori dell’auto elettrica più ganza e riflessiva a fiancheggiatori di Musk. Intervista al presidente dei proprietari di Tesla in Italia

In tutto il mondo c’è una nuova categoria di infelici. Sono i possessori di auto Tesla, che da mesi sono in preda ai più tremendi sconquassi di coscienza. S’erano comprati l’auto che non inquina, che non usa carburante fossile; che sguscia silente e pulita per città e campagne. Volevano essere, ed erano, i più virtuosi di tutti. Erano soprattutto gli abitanti delle oggi vituperate coste e aree urbane. E ora si ritrovano fiancheggiatori di Elon Musk, che nel frattempo da imprenditore visionario si è trasformato in cattivone globale, complottaro di X, amico dell’impresentabile Trump. In America, patria dell’adesivo identitario, sono già in circolazione quelli che recano scritto “comprata prima che Elon impazzisse” e “Anti Elon Tesla Club”, che i possessori delle auto muskiane attaccano sui loro paraurti equi e sostenibili.

Ma da noi, nelle colonie, che succede? Luca Del Bo, ingegnere milanese, è presidente del Tesla Owners Italia, che raduna molti proprietari. “Fino all’estate i soci erano tutti schierati decisamente con Musk”, dice al Foglio. “Pensi che a giugno a un incontro di club europei e americani alcuni sono intervenuti per sostenere le sue richieste sul maxi stipendio”. Ah, quello fantasmagorico da 56 miliardi di dollari che ieri un giudice americano ha bocciato per la seconda volta. In confronto Tavares di Stellantis coi suoi 100 milioni di buonuscita è un poveraccio. “Infatti. Comunque tutti erano compatti nel sostenere le richieste di Musk. Poi da luglio con l’endorsement a Trump le cose sono cambiate. Ci sono club come quello dei Tesla Owners della Silicon Valley che sono a favore, altri meno. Noi abbiamo una chat dei soci. Ma ultimamente cerchiamo di non parlare di politica perché è un macello. I soci sono divisi. C’è chi è rimasto fan di Musk, chi invece è uscito. Chi dice che chi è contro Musk è schiavo dei media mainstream”. Ah, ecco, i media mainstream. E però la chat dei possessori di Tesla forse andrebbe studiata.

Dopo quelle di governo e quella di opposizione, ecco un altro chattone di sicuro interesse. Perché i Tesla Owners oltre a fare raduni, ad avere convenzioni coi meccanici e i carrozzieri, fanno un sacco di dibattito. Il Pd riparta dalla Tesla? Anche voi mettete gli adesivi anti Musk? “Alcuni lo fanno. Ma altri sono fan sfegatati, per quello che Musk progetta per esempio con l’intelligenza artificiale. C’è poi chi come il sottoscritto ha posizioni più liberali ed è preoccupato di quello che potrà fare al governo degli Stati Uniti. Tra l’altro con l’illusione di disboscare la burocrazia americana, col ruolo che gli è stato promesso di capo del Dipartimento dell’Efficienza governativa, un obiettivo impossibile. Poi mi fanno paura le idee di questi tycoon della Silicon Valley, il loro mito di anarchia, di eliminare ogni regola. Allora seguendo questo ragionamento togliamo tutti i semafori da Milano!”. Guardi che se la sente Salvini lo fa subito. “Noi abbiamo fatto anche delle dirette in cui intervistiamo diverse personalità su questi temi, viabilità, ambiente. Sono tutte su YouTube. Comunque credo che due caratteri come quello di Trump e di Musk non andranno d’accordo, prima o poi si scontreranno e Musk se ne andrà”. Come Renzi e Calenda. “Esatto”. O come Peter Thiel, che aveva appoggiato Trump ma poi si era stufato. “Ma gli ha presentato l’oggi vice presidente in pectore, JD Vance”. Ma lei è veramente sul pezzo, sa tutto. “La geopolitica mi intriga. Per anni ho collaborato anche con Quattroruote su temi ambientali”, dice il presidente dei Tesla Owners. Ma politicamente come siete collocati? “Non siamo politicizzati. Nella passata legislatura c’era un gruppo di deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Trasporti e in commissione Ambiente che hanno fatto un lavoro bellissimo. Un lavoro che ora stanno smontando completamente. Per il resto cerchiamo di essere trasversali. Se Forza Italia o Fratelli d’Italia avessero un programma sulle rinnovabili, benissimo. Per ora sicuramente non siamo con la Lega che è contro le auto elettriche, contro la transizione”. Però è un po’ un controsenso che i seguaci di Musk siano contro l’elettrico e viceversa, no? “Certo. Il nostro obiettivo è la transizione dalle energie fossili alle rinnovabili. Noi ci siamo legati a Tesla perché è stato il primo veicolo serio che puntava sull’elettrico. Prima che impazzisse Elon era molto molto interessante. Ma io adesso mi sono dissociato da Musk. Che pure con Starlink…”.

Non va bene neanche il sistema di connessione satellitare a Internet? “Dicono che vogliono accelerare su Starlink anche in Italia. Starlink è una bellissima cosa, noi Tesla Owners italiani siamo stati tra i primi a portare le antenne in Ucraina insieme ad altri aiuti” (Del Bo ha una foto con la bandiera ucraina nel suo profilo WhatsApp), “ma se a Musk gli gira e lo vuole staccare, come poi ha fatto proprio in Ucraina, rimarremmo senza connessione, ci può insomma ricattare”. Senta, ma chi sono i soci di questo partito-Tesla riflessivo (vien voglia di iscriversi)? “Abbiamo circa 100 mila follower sui vari social, e 600 soci in tutta Italia”. Ci sono anche donne? “Certo. A partire da mia moglie”. Quindi avete due Tesla in casa? “Per la verità 3, c’è anche mio figlio. Anche se io sarei per abolirle proprio le auto private in città. Io vado al lavoro in bici per esempio, ma sono un privilegiato che sta in centro”. Insomma siete Ztl. Se vi sente Salvini! Poi ci sono anche i tassisti con la Tesla. Chissà, saranno salviniani confusi. “O forse invece democratici. Ma è difficile da dire, magari hanno la Tesla solo per calcolo, in molte città danno le licenze gratis ai taxi che si comprano un’auto elettrica”. E ha visto che le vendite della Tesla sono crollate del 70 per cento a novembre, anno su anno, in Italia? Boicottaggio di automobilisti riflessivi? “Quello credo che dipenda dal fatto che Tesla cerca di immatricolare le auto sempre a fine trimestre, dunque i dati mensili non fanno testo”.

Comprerà il nuovo pick up Tesla, il desideratissimo e attesissimo Cybertruck? “No, anche se è bellissimo”, sospira Del Bo. “Non le pare bellissimo?”. Sì, è bello. “Però è enorme. Nelle strade italiane si incastrerebbe. E poi sono contrario a questi mezzi così grossi. Bisognerebbe fare come in Francia, dove c’è una tassazione sulle macchine più grandi. Se occupi più spazio devi pagare di più. Poi io sono fortunato, abito in centro, se abitassi a Paderno Dugnano sarebbe diverso”. Però certo è bello il pick up. “Ah, sì, è proprio bello”. Niente, i rovelli e le contraddizioni dei possessori di Tesla sono destinate a durare ancora a lungo.

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  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).

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