I talebani vietano alle donne afghane anche i diplomi da infermiere

Già escluse da qualsiasi percorso scolastico, ora non possono neanche più frequentare gli ultimi istituti rimasti aperti. Poiché ai medici uomini non è permesso curare le donne, le afghane non avranno più nessuno che le possa assistere

Dal 3 dicembre le donne afghane non potranno più frequentare le scuole per diventare infermiere e ostetriche, le uniche che ancora erano per loro accessibili, da quando, nel 2022, il regime talebano le aveva escluse da qualsiasi percorso scolastico. Sui social ci sono le foto e i video strazianti di giovani donne in lacrime dopo l’annuncio dei presidi – non c’è un documento ufficiale del governo e il ministero della Salute non ha risposto alle domande dei giornalisti e delle ong che hanno chiesto spiegazioni. Si abbracciano, si salutano, sanno che si chiude per loro l’ultima finestra sul mondo nonché l’ultima possibilità di poter ricevere, in futuro, delle cure. Dal 2022, in quel che le Nazioni Unite definiscono un “apartheid di genere”, le afghane non possono ricevere nessun genere di istruzione oltre i dodici anni (in alcuni casi la soglia si è ulteriormente abbassata), ma erano rimasti aperti per loro questi istituti in cui, dopo un corso di due anni, si ottiene un diploma in odontoiatria, ostetricia, anestesia – in tutto 18 discipline.

Secondo fonti del ministero della Salute, in un paese in cui le strutture ospedaliere e il personale medico è già deficitario, ci sono circa dieci scuole professionali pubbliche di questo tipo e circa 150 private che hanno quasi esclusivamente studentesse (il numero indicato è di 35 mila donne). Una insegnante di uno di questi istituti privati a Kabul ha detto a France24 che “questo luogo era l’unica speranza per le ragazze e le donne escluse dall’istruzione universitaria”. C’è anche un’altra conseguenza: le donne possono essere visitate soltanto da altre donne, i medici uomini non possono curare le donne, quindi questo vuol dire che, non avendo più la possibilità di diplomare o laureare delle donne, le afghane non avranno più nessuna che le possa curare. Già non hanno libertà di movimento e di parola, possono essere detenute in modo arbitrario e, quando scompaiono, nessun’autorità è tenuta a dare spiegazioni ai familiari.

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