Nel tavolo del 17 dicembre il gruppo dovrà garantire la tutela dell’indotto, oltre a presentare un piano industriale che restituisca centralità agli stabilimenti italiani. In arrivo nuovi fondi, ma per il ministro il problema resta “la follia del green deal”
“Stellantis si è detta disponibile ad attivare una discussione con la direzione dell’azienda Trasnova per supportarla in questa fase di transizione”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante il question time tenutosi alla Camera, rispondendo a una interrogazione presentata dal Movimento cinque stelle. Lo scorso lunedi 2 dicembre i lavoratori dell’azienda, attiva nel campo della logistica, hanno iniziato un presidio permanente davanti lo stabilimento di Stellantis di Pomigliano d’Arco per protestare contro il mancato rinnovo dell’appalto da parte del marchio automobilistico, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Un duro colpo per i 650 dipendenti di Transnova, che insieme ad altre aziende dell’indotto automobilistico dipendono dalle commesse dell’ex Fiat.
“Abbiamo convocato per il prossimo 17 dicembre un tavolo per assicurarci che davvero Stellantis si faccia carico” della tutela “dei lavoratori anche in questa fase di transizione”, ha affermato Urso ai deputati, ricordando come nello stesso incontro il gruppo automobilistico sarà chiamato a informare il governo sullo sviluppo di un piano industriale teso alla “riaffermazione della centralità del Paese, come ho anticipato anche al presidente John Elkann”.
Sul caso Stellantis, Urso si scaglia contro il governo Conte formato da Pd e M5s: “Quando Stellantis presentò e chiese l’esercizio della golden power, perché allora fu chiesto dall’azienda e ritenuto doveroso, fu il governo a lavarsene le mani ritenendolo non esercitabile. Ma l’azienda le presentò la richiesta, questa è la verità”, ha sostenuto il ministro, aggiungendo che per quell’errore “oggi dobbiamo riparare”.
A livello di finanziamenti, il ministro ha garantito che nella prossima legge di bilancio sarà intenzione del governo “aumentare la dotazione del fondo automotive, e riteniamo di garantire una somma equa e superiore a quanto era previsto per l’anno 2025” oltre all’istituzione di un fondo che dal 2027 al 2036 potrà “contare su 24 miliardi in dieci anni per finanziare interventi in materia di infrastrutture e quindi per investimenti nel settore dell’automotive”. Inoltre, aggiunge Urso, “da gennaio destineremo 500 milioni di fondi Pnrr al settore dell’automotive per valorizzare la produzione in settori a più alto sviluppo”.
Alla base delle varie problematiche del settore, conclude il ministro, si deve guardare a Bruxelles: “Il problema è nella follia delle regole europee del green deal”, che in questi giorni emergono in tuta evidenza con la chiusura di stabilimenti in tutta Europa e il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori”. Il riferimento è all’annuncio della chiusura di tre stabilimenti tedeschi da parte di Volkswagen, l’accesso alla procedura fallimentare richiesto dal gigante tedesco delle batterie Northvolt. “L’italia in Europa ha la responsabilità di cambiare quelle regole, e ci riusciremo”.