Con 99 voti favorevoli, 65 contrari e un astenuto, Palazzo Madama conferma la fiducia chiesta dal governo sul dl. Il parere contrario del plenum sul passaggio di competenze sul trattenimento dei migranti alle Corti d’Appello: “Rischi sui tempi dei procedimenti e obiettivi del Pnrr”
L’Aula del Senato ha approvato la fiducia chiesta dal governo sul dl flussi, dando cosi il via libera definitivo al provvedimento nel testo arrivato dalla Camera. I voti favorevoli sono stati 99, i contrari 65, un astenuto. Il provvedimento, che doveva essere convertito in legge entro martedi 10 dicembre, contiene le disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali. Nel testo, che stabilisce tra l’altro il calendario dei cosiddetti “click day” per l’ingresso dei lavoratori stranieri, è confluito anche il dl “Paesi sicuri”. Tra le novità introdotte nel corso dell’esame a Montecitorio lo scorso 27 novembre e confermato oggi a Palazzo Madama figura la proroga al 31 dicembre 2027 della deroga che consente l’esercizio temporaneo dell’attività medica o sanitaria svolta in base a una qualifica conseguita all’estero. Nel provvedimento sono state inserite, inoltre, maggiori tutele alle vittime dello sfruttamento e del caporalato, cui vengono rilasciati permessi di soggiorno di sei mesi rinnovabili. Tra le novità del testo c’è un nuovo elenco dei paesi considerati “sicuri” come Bangladesh, Egitto e Marocco; la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare; il cambio di competenza delle Corti d’Appello e non più dei Tribunali specializzati, per quanto riguarda la competenza sulla convalida del trattenimento dei richiedenti asilo.
Le reazioni
Festeggiano le forze di maggioranza. “Chi deve entrare e chi no lo decide lo stato e non gli scafisti”, ha detto in Aula il senatore di FdI Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali di palazzo Madama e responsabile nazionale del dipartimento Legalità e Sicurezza del partito di Giorgia Meloni. “Ammontano a 452 mila gli ingressi regolari negli ultimi tre anni e a 100 mila in meno quelli irregolari negli ultimi due anni, a dimostrazione di come la nostra politica stia funzionando”. Stessa linea dal Carroccio. “Finora i numeri ci danno ragione: con questo esecutivo assistiamo alla riduzione dell’immigrazione clandestina, con un calo degli arrivi del 60 per cento e l’aumento dei rimpatri del 15 per cento”, ha detto il senatore della Lega Paolo Tosato.
Di tutt’altro avviso le organizzazioni impegnate in attività di ricerca e soccorso. “Il vero obiettivo del provvedimento non è la gestione dei soccorsi in mare ma limitare e ostacolare la presenza delle navi umanitarie e arrivare a un piano di definitivo abbandono del Mediterraneo e di criminalizzazione del soccorso in mare”, lamentano Emergency, Mediterranea Saving Humans, Medici senza Frontiere, Open Arms, Resq, Sea Watch, Sos Humanity e Sos Mediterrane. Secondo le ong, il decreto flussi “mira a indebolire il dovere giuridico di segnalare la presenza di imbarcazioni in difficoltà e si teme inoltre che si stia tentando di trasformare questi stessi aerei in strumenti al servizio del sistema di intercettazione marittima della guardia costiera libica”. Ong prese di mira, in Aula, dal presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. “Su questo provvedimento – ha detto – alla Camera sono stati auditi tutti, persino Sea-Watch che collabora a un’attività di incoraggiamento sostanziale ai trafficanti di persone”. E ha aggiunto: “Vorrei che anche le ong collaborassero di più perché molte di loro fanno da fattori di attrazione all’immigrazione, collaborano con i trafficanti di persone, hanno traffici telefonici e comunicativi che sono stati accertati e dimostrati, svolgono un’azione di concorso morale e materiale con chi lucra sulla disperazione degli immigrati”.
Le opposizioni, dal Pd a Iv, criticano la misura. “Il principale effetto di questo dl – ha detto il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali – sarà quello di aumentare il numero delle presenze irregolari, di alimentare lo sfruttamento, il lavoro nero e, al tempo stesso, di accrescere il rischio che coloro che verranno messi ai margini della società diventino preda della criminalità, altro che sicurezza. Quale effetto positivo potrà venire dall’escludere i patronati dalle richieste di ingresso, dall’ostacolare i ricongiungimenti familiari? E chi nella maggioranza pensa allo ius soli o allo ius culturae come può votare a favore?”. Il leader di Italia viva Matteo Renzi punta il dito contro lo spreco di denaro per la “grande buffonata” dell’hotspot in Albania, “È costato un miliardo, sta accogliendo cani randagi albanesi e gli italiani devono pagare con le tasse la vostra ideologia”.
Il parere non vincolante del Csm che boccia l’emendamento sulla competenza
Un emendamento al decreto appena approvato, tra le altre cose, toglie alle sezioni specializzate dei tribunali la competenza sulle convalide dei trattenimenti nei Centri di permanenza e rimpatrio per i migranti (Cpr) e per le procedure d’asilo, e la affida alle Corti d’Appello. Tuttavia, secondo il parere del Csm, che andrà al ministro della Giustizia Carlo Nordio e non è vincolante, si rischia così l’allungamento dei tempi e dunque il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr, con il rischio ulteriore che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie. Sono questi i motivi alla base del parere negativo espresso dal plenum del Csm all’emendamento al decreto flussi.