“Il congresso della Lega in Lombardia è una farsa, prendono in giro i militanti”. E Invernizzi si sfila

L’ex parlamentare del Carroccio, che voleva candidarsi da outsider contro Romeo e Toccalini, fa un passo indietro e denuncia: “Non ci sono le condizioni, hanno reso impossibile partecipare. Non abbiamo neanche i moduli per raccogliere le firme e non si sa dove si terrà il congresso”

“Una farsa. Prendono in giro i militanti”. Cristian Invernizzi si fa da parte, ma attacca, denuncia senza mezzi termini. Rinuncia a candidarsi al congresso della Lega in Lombardia: “Un congresso farsa”, lo definisce, in cui si vuole evitare il confronto tra i militanti, “presi in giro” anche con le formalità burocratiche: “Ancora non abbiamo neanche i moduli per raccogliere le firme…”, dice l’ex parlamentare del Carroccio. “Non ci sono le condizioni, hanno reso impossibile partecipare”, continua Invernizzi, mettendo in fila le storture di un congresso che si terrà il prossimo 15 dicembre e che vedrà contrapposti Massimiliano Romeo, Luca Toccalini – mentre Salvini, dopo l’ipotesi Igor Iezzi pensa a Guido Guidesi, assessore regionale di Attilio Fontana, un nome che forse potrebbe pacificare e raffreddare gli animi.



Invernizzi intanto con una nota si scaglia contro i vertici della Lega. “Ancora non si sa dove si terrà il congresso e ancora non si sa quando potremo iniziare a raccogliere le firme per le candidature. Bisogna raccogliere entro mercoledì prossimo almeno 60 firme tra i quasi 400 delegati, eletti domenica scorsa. Ma al momento ancora non c’è la modulistica per raccoglierle e non si sa neanche quando arriverà”. Le firme, spiega ancora l’esponente del Carroccio, possono essere raccolte solo dopo la validazione delle elezioni dei delegati. “E bisogna raccoglierle fisicamente nelle diverse province della Lombardia, quando potremo iniziamo a farlo?”,

Invernizzi avrebbe voluto vestire i panni dell’outsider o del terzo incomodo tra Romeo e Toccalini. “Ma si parla di candidato unitario. E con un candidato unitario, cosa lo facciamo a fare il congresso? Per questo volevo candidarmi: almeno sarei salito sul palco, avrei detto la mia e stimolato un po’ di sano confronto tra di noi”. Così, conclude il parlamentare, “si prendono in giro i militanti. E non mi sembra il modo migliore per fare squadra e ripartire”.

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