Dopo il Black Friday e il Cyber Monday, ci mancava il “Travel Tuesday”. L’algoritmo decide gli sconti sui voli

L’ennesima trovata del calendario consumistico globale arriva direttamente dall’America (e da dove, sennò?): una giornata interamente dedicata agli sconti sui viaggi. Il contrasto con l’impatto ambientale del trasporto aereo e il ruolo dell’IA

Si dice che le disgrazie non vengano mai da sole, ma su fine novembre e inizio dicembre pare si stia creando un certo affollamento. Dopo il Black Friday e il Cyber Monday, dagli States (e da dove, sennò?) arriva infatti il Travel Tuesday, l’ennesima trovata del calendario consumistico globale. Una giornata interamente dedicata agli sconti sui viaggi, che invita a prenotare voli e vacanze a prezzi ribassati, titillando la voglia di partire per mete lontane. Un fenomeno al momento principalmente nord americano, ma che si sta cominciando a diffondere anche in Europa: secondo un recente studio di McKinsey, fatte cento le ricerche su Google negli Usa, il volume arriva a trenta nei Paesi Bassi e in Spagna, venti in Svezia, dieci in Germania e Grecia, mentre si ferma solo a uno in Francia e Italia, dove è probabile che ne sentiate parlare per la prima volta. Ma se questo evento può diventare un successo anche fuori dal Nord America per l’industria del turismo, sempre pronta a incentivare una mobilità senza limiti, solleva interrogativi pressanti: non eravamo tutti d’accordo sulla necessità di ridurre i voli per il bene del pianeta? In un momento storico in cui l’impatto ambientale del trasporto aereo è sotto accusa, il Travel Tuesday sembra in netto contrasto con l’urgenza di ripensare le nostre abitudini di viaggio.

Il fenomeno segue la scia del Black Friday e del Cyber Monday, replicandone la logica consumistica: sfruttare la psicologia della scarsità per spingere le persone ad agire in fretta, nella paura di perdere un’occasione irripetibile. Il risultato è che il desiderio di acquistare diventa quasi compulsivo, una performance collettiva che non riguarda più solo tecnologia e moda, ma anche esperienze e status symbol. E cosa c’è di più simbolico di un viaggio? In un mondo dove il turismo è sempre più legato alla costruzione dell’identità personale, l’idea di partire rappresenta l’esotismo più irrinunciabile. La corsa al biglietto low-cost nasconde però costi nascosti, in termini ambientali e culturali, che difficilmente entrano nei calcoli di chi cerca il miglior affare.

Il Travel Tuesday, come i suoi predecessori, è figlio dell’algoritmo. Le piattaforme di prenotazione e le compagnie aeree sanno tutto di noi: i nostri sogni di viaggio, le mete preferite, persino i budget che siamo disposti a spendere. Gli sconti che vediamo non sono casuali, ma personalizzati in base ai nostri dati. È l’intelligenza artificiale a scegliere per noi, suggerendo destinazioni e periodi migliori per partire. Così, l’apparente libertà di decidere diventa una scelta pilotata, un’esperienza in cui la nostra autonomia si riduce a cliccare sull’offerta che sembra cucita su misura. Questo non significa che la voglia di viaggiare sia meno autentica, ma che il contesto in cui prendiamo queste decisioni è sempre più determinato da logiche di mercato.

Dietro l’entusiasmo per il Travel Tuesday si nasconde però una contraddizione sempre più evidente. Il trasporto aereo è responsabile di una parte significativa delle emissioni di CO₂, e ogni volo preso per una vacanza rappresenta un peso per il pianeta. Promuovere viaggi a prezzi stracciati, incentivando una mobilità sempre più frequente, contrasta con qualsiasi impegno verso la sostenibilità. Mentre città e destinazioni turistiche si affollano, molte comunità locali faticano a gestire l’impatto del turismo di massa, tra sovraffollamento e sfruttamento delle risorse. In questo contesto, il Travel Tuesday non fa che accelerare un sistema già in crisi, dove la democratizzazione del viaggio si scontra con i suoi limiti strutturali.

Eppure, il richiamo del viaggio è potente, e sarebbe ingiusto demonizzarlo. Viaggiare apre la mente, crea connessioni, ci mette in contatto con culture diverse. Per risolvere un cortocircuito che rischia di indurci a essere paradossalmente più chiusi alla scoperta e alla contaminazione culturale c’è quindi bisogno di ripensare il turismo, di spostare l’attenzione dalla quantità alla qualità, di valorizzare esperienze che rispettino l’ambiente e le comunità ospitanti. Tutte caratteristiche che l’emergente Travel Tuesday pare non avere by design, sin dalla nascita.

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