Il Ppe va alla guerra sulla fine del motore a combustione nel 2035

Vuole riconoscere il ruolo dei carburanti alternativi, tra cui e-fuel, biocarburanti, carburanti rinnovabili o sintetici, chiedendo che le multe previste per fine 2025 vengano cancellate. Un cambio di direzione netto per il Partito popolare europeo, che finora non aveva osato mettere in discussione le scadenze del Green deal

Bruxelles. Il gruppo del Partito popolare europeo si prepara a chiedere alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen di cancellare la data del 2035 per la fine delle auto con motore a combustione e il passaggio al tutto elettrico, mettendo in discussione uno dei principali provvedimenti del Green deal. “Il divieto imminente del 2035 sui motori a combustione interna dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica, ovvero consentire un mix di tecnologie. Mentre i veicoli elettrici svolgeranno un ruolo importante nella transizione verso un futuro neutrale dal punto di vista climatico, anche altre tecnologie possono contribuire a raggiungere i nostri obiettivi”, si legge in una bozza di documento che fissa la posizione del Ppe sulla crisi del settore automobilistico. Il “position paper” – che il Foglio ha potuto consultare – sarà discusso e adottato nella riunione del gruppo del Ppe dell’11 dicembre. Modifiche sono ancora possibili. Ma rappresenta comunque un cambio di rotta significativo del Ppe e una sfida diretta agli altri gruppi politici che hanno appena confermato la nuova Commissione sulla base della promessa di von der Leyen di “mantenere la rotta sugli obiettivi del Green deal”.

Ursula von der de Leyen ha annunciato che si occuperà personalmente della crisi dell’automotive nell’Ue. Lancerà un “dialogo strategico sul futuro dell’auto in Europa” con gli attori del settore e sarà lei a fare le proposte per affrontare la crisi. Diversi governi – con l’Italia in prima linea – fanno pressione per agire in fretta, chiedendo di anticipare dal 2026 all’inizio del 2025 la revisione della legislazione. In gioco non c’è solo la scadenza del 2035: a fine 2025 i costruttori di automobili rischiano decine di miliardi di euro di multe perché non riusciranno a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni sulla flotta di auto nuove vendute, perché non riescono a vendere un numero sufficiente di veicoli elettrici. “Per me è estremamente importante lavorare affinché il futuro dell’industria automobilistica venga scritto in Europa”, ha detto von der Leyen. Ma finora la sua linea è sempre stata di mantenere le multe del 2025 e la data del 2035. “L’obiettivo di neutralità climatica per le auto entro il 2035 crea prevedibilità per investitori e produttori”, ha assicurato Teresa Ribera, la nuova vicepresidente responsabile del Green deal. L’unica apertura a modificare le regole attuali riguarda la neutralità tecnologica, ma limitatamente ai carburanti sintetici.

Finora il Ppe non aveva osato mettere in discussione il 2035. Nel manifesto approvato prima delle europee confermava l’impegno a realizzare la riduzione del 55 per cento delle emissioni entro il 2030 e la neutralità climatica nel 2050, limitandosi a sottolineare l’importanza della neutralità tecnologica. Il “position paper” segna un netto cambio di direzione. Non solo viene sostenuta la richiesta dell’Italia di anticipare la revisione della regolamentazione, ma il Ppe vuole “riconoscere il ruolo dei carburanti alternativi, tra cui e-fuel, biocarburanti, carburanti rinnovabili o sintetici, prevedendo esenzioni esplicite” per i motori a combustione interna. Le multe miliardarie previste a fine 2025, secondo il Ppe, dovrebbero essere cancellate o attenuate. Il “position paper” del Ppe, se approvato così com’è, spaccherà la maggioranza von der Leyen, allontanando una parte del gruppo socialista e i verdi che hanno votato la nuova Commissione. Ma anche tra i socialisti diverse voci si stanno levando per chiedere un approccio pragmatico nella crisi dell’automotive.

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