È il giorno dello sciopero generale contro la manovra

Nonostante la precettazione, cortei molto partecipati sfilano nei capoluoghi italiani. Coinvolti tutti i settori pubblici e privati tranne il trasporto ferroviario. Landini: “Rivolteremo l’Italia come un guanto”. Ma riceve critiche, da Tajani a Calenda all’Ugl

Parte oggi lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil contro la manovra. Per otto ore (o per l’intera durata del turno lavorativo) si potranno fermare i lavoratori di tutti i settori, pubblici e privati. A rischio per tutto il giorno infatti sono, tra le altre, le attività di fabbriche, scuole, sanità, poste, fatta eccezione per il trasporto ferroviario e il trasporto merci su rotaia. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, il trasporto aereo e marittimo, l’astensione è stata precettata dal ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini, che ha ridotto la lunghezza della protesta a quattro ore. Una mossa fatta “per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caos”, sostiene il titolare del Mit su X. I sindacati hanno immediatamente fatto ricorso al Tar. Ricorso però respinto ieri dai giudici amministrativi.

Le piazze coinvolte dalla mobilitazione

Nelle piazze di tutta Italia ci sono manifestazioni guidate dai sindacati. Il corteo iniziato alle 9.30 a Napoli vede la presenza del leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Presenti anche gli operai dello stabilimento automobilistico campano Trasnova (azienda dell’indotto Stellantis), già in stato di agitazione da alcune settimane. La Cgil festeggia le alte percentuali di adesione da parte di 30 mila lavoratori, alcuni dei quali provenienti dalle principali realtà industriali della regione: 90 per cento In Fincantieri a Castellammare di Stabia e alla Marelli di Caivano, 80 per cento alla Tiberina di Pomigliano d’Arco e 100 per cento alla Ficomirrors di Morcone.

A Bologna sono attese 25 mila persone, secondo le stime dei sindacati, oltre all’intervento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini in conclusione del corteo in Piazza Maggiore. “Le piazze non si precettano. Abbiamo già dati di adesione altissimi, è una giornata importantissima ed è la migliore risposta che ci può essere”, commenta Landini. Che ritorna sul tema della rivolta sociale, evocata nelle scorse settimane contro le politiche economiche e sociale del governo Meloni: “Vogliamo rivoltare come un guanto questo paese, e per farlo c’è bisogno della partecipazione di tutte le persone“, dice il segretario della Cgil. “Rivolta sociale per noi significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un’altra parte di fronte alle ingiustizie, deve passare l’idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione”. A Bologna sono presenti anche i leader di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

Sono circa 6.000 i lavoratori arrivati a Genova per lo sciopero generale, arrivati da tutta la Liguria. In Toscana invece “oltre 1.000 persone tra lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati della provincia di Siena hanno riempito 18 pullman e numerose macchine per raggiungere il capoluogo regionale, nutrita la presenza delle maestranze di Beko e Gsk”, si legge in una nota della Cgil di Siena. 20 mila lavoratori e pensionati sono arrivati a Torino, anche grazie a 52 i pullman provenienti da tutte le province piemontesi. Il corteo parte da piazza XVIII Dicembre per arrivare in piazza Castello, dove è atteso il discorso della segretaria nazionale Uil Vera Buonomo e del segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo. Nel capoluogo piemonetese spuntano anche alcuni attivisti pro Palestina, posizionati in fondo al corteo con bandiere e striscioni. In migliaia sono scesi in strada Milano con destinazione piazza San Babila. Lungo il corteo sfila il comitato provinciale di Milano, mentre alcuni partecipanti sventolano bandiere di Pd e Avs ma anche della Palestina e della pace.

Fra bandiere rosse e blu, striscioni, cartelloni, fischietti e fumogeni, si apre anche la manifestazione di Roma – che conta fra i presenti anche la leader del Partito democratico Elly Schlein – partendo da piazza dell’Esquilino per raggiungere via dei Fori Imperiali, percorrendo via Cavour e largo Corrado Ricci. In testa al corteo uno striscione recita: “Manovra sbagliata, sciopero generale”. Accompagnato da un cartellone con su scritto “Giorgia, chi non arriva alla fine del mese i conti se li sa fare bene (senza calcolatrice)”.

Le reazioni

“Lo sciopero non è un fatto positivo, abbiamo un disperato bisogno di un sindacato forte invece Landini è un populista”, commenta il leader di Azione Carlo Calenda.

“A leggere le farneticanti dichiarazioni di Landini sullo stato di diritto messo a rischio da una ipotetica e inesistente svolta autoritaria, l’unica cosa chiara è che il segretario della Cgil vede mondi e scenari che non esistono”, afferma Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie. Per la senatrice, il sindacalista, “visto che rivendica il suo ruolo politico con una insistenza sospetta, dovrebbe evitare di aizzare le piazze alla rivolta sociale e concentrarsi su una sinistra litigiosa al suo interno e che già ha iniziato le manovre contro Schlein”.

Le parole del leader della Cgil ricevono critiche anche dal ministro degli Affari esteri Antonio Tajani: “C’è un linguaggio fondamentalista. Un sindacalista dovrebbe parlare di diritti dei lavoratori. Bisogna sempre usare buonsenso e un linguaggio che serva a risolvere i problemi, non a incendiare le piazze” commenta intercettato dai giornalisti al Forum dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti, “capisco la propaganda, per questo dico che è più un linguaggio da politico che da difensore dei lavoratori”.

“Lo sciopero odierno, che Landini aveva dichiarato ben prima che si sapesse il contenuto della finanziaria stessa, è chiaramente di natura politica o di supporto ad alcuni partiti, segno di una prevenzione rispetto all’azione del governo”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, in contrasto con gli altri sindacati. “L’Ugl partecipa agli scioperi quando c’è una rivendicazione certa da dover esigere ma non quando si deve fare uno sciopero preventivo o pregiudiziale come quello che hanno deciso di indire Uil e Cgil. La strumentalizzazione dei lavoratori a fini politici svilisce e indebolisce l’azione sindacale”.

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