Decaro lavora già alle liste per la Puglia e prenota il dopo Emiliano. Idea Porro a destra. Calcoli e strategie

L’eurodeputato dem si porta avanti con il lavoro. Riunioni e relazioni, prepara la sua lista. Spera che Emiliano vada a Roma, l’elezione dei giudici della Consulta può dargli una mano. Ma il presidente uscente potrebbe mettersi di traverso. Intanto la maggioranza studia la contromossa

Roma. Suggestioni e speranze, ma anche dissapori (interni) e calcoli maliziosi. La partita pugliese, il dopo Emiliano, è già nel vivo. Da destra a sinistra, soprattutto. Le ambizioni da presidente di Antonio Decaro del resto sono note e l’eurodeputato dem si sta portando avanti tra riunioni, liste e comunicazione.

Questa mattina il Parlamento è convocato in seduta comune per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Riparte l’iter per sostituire Silvana Sciarra – sarà il decimo scrutinio, dopo gli “infami” di FdI e il tentativo a vuoto su Francesco Marini – e inizia quello per gli altri tre giudici in scadenza. Non si arriverà a dama, è piuttosto un modo per abbassare il quorum e rendere tra qualche settimana più agevoli le nomine, in una logica di pacchetto. Un giudice indicato dall’opposizione, un indipendente e altri due scelti dalla maggioranza. Tra questi ci sarebbe anche il nome del forzista Francesco Paolo Sisto. E’ molto difficile, in tanti dicono impossibile, che l’attuale viceministro della Giustizia possa essere indicato ed eletto. Ma tanto basta nel Pd, una suggestione appunto, per far precipitare fantasie, strategie e ragionamenti.

Quelli che arrivano dalla Puglia – ma se ne parla pure a Roma – suonano grossomodo così. Sisto è stato eletto in Puglia, nel collegio Andria all’uninominale, e il suo passaggio alla Consulta libera un seggio in Senato da riassegnare con le suppletive: quale miglior nome se non quello del presidente Emiliano, che ha già detto di esser pronto a farsi da parte? Ci spera soprattutto l’ex capo dell’Anci, recordman di preferenze, oltre mezzo milione al sud alle europee. Non vede l’ora di tornare a Bari. I suoi referenti politici sul territorio, tra sindaci, consiglieri regionali e comunali, studiano già la lista del presidente Decaro. Così da qualche settimana si organizzano riunioni, si tessono relazioni, per farsi trovare pronti quando si entrerà nel vivo della contesa. Pare inoltre che Decaro abbia già dato mandato a Proforma, l’agenzia di comunicazione barese a cui fa di solito riferimento (ma nota anche per aver lavorato con Renzi), di impostare la comunicazione per la prossima sfida. Non è un caso insomma che il tarantino Mario Turco – senatore, vicepresidente M5s e molto vicino a Giuseppe Conte – abbia fatto partire dalle colonne del Corriere del mezzogiorno il fuoco di sbarramento: “Decaro resti a Bruxelles”.

A preoccupare l’ex sindaco di Bari tuttavia, più che le consuete ritrosie pentastellate, sono le questioni interne al Pd. Con un ritorno in Italia, Decaro tornerebbe centrale nelle dinamiche nazionali, impensierendo la segretaria Schlein. Tanto che al Nazareno pensano anche al pugliese Francesco Boccia, capogruppo in Senato, per una candidatura da contrapporre almeno a livello di facciata, con le primarie o con un’altra formula che andrà trovata.

E poi c’è il ruolo dello stesso Emiliano. Il grande manovratore pugliese non è troppo propenso a spostarsi a Roma prima delle prossime politiche. In Senato semmai ci vuole arrivare con un seggio sicuro e non passando per le suppletive, ammesso davvero che si tengano e con tutti i rischi del caso. Non ha fretta e non è per nulla convinto di lasciare la presidenza della regione anzitempo. La prossime regionali dovrebbero tenersi nell’autunno del 2025, ma potrebbero slittare ai primi mesi dell’anno successivo nel caso in cui il governo spingesse sull’election day – si voterà anche in Campania, Veneto, Toscana, Marche e Valle d’Aosta. Vorrebbe dire qualche altro mese alla guida della Puglia, senza contare che a Emiliano la prospettiva di restare sul territorio non dispiace affatto. Ad alcuni consiglieri avrebbe manifestato l’idea di correre come consigliere per poi puntare alla presidenza del Consiglio regionale, appannando di fatto l’eventuale presidenza di Decaro.

Non sono questi, comunque, gli unici movimenti. Sul fronte opposto, il centrodestra vuole davvero provare a espugnare il fortino pugliese, 20 anni dopo Raffaele Fitto. Trovare il profilo giusto da queste parti però non è facile, come hanno dimostrato le amministrative baresi. Per questo Meloni & co hanno pensato a Nicola Porro, che ha origini (e interessi) pugliesi. E’ vicino alla premier, piace anche alla Lega ed è un volto Mediaset, gradito quindi anche a FI. Per un volta metterebbe d’accordo tutti. Il problema è che Porro (per ora) respinge le avances. La strada però è ancora lunga, chissà.



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