Forasacchi

La recensione del libro di Cristina Pasqua edito da pièdimosca, 136 pp., 12 euro

Ci sono tre ragazzine tremende, che passano l’estate giocando a Sfide. In un sacchetto tengono raccolte le lettere dell’alfabeto e, quando parte la “sfida”, ne pescano una: quella sarà l’iniziale dell’obiettivo da colpire, con scherzi, malefatte, birbonerie che le mettono immancabilmente nei guai con i genitori. Fra bisticci che si accendono e subito si sopiscono, e acidità sarcastiche per stuzzicarsi a vicenda, si consuma la stagione calda, sulle strade della periferia.

Dopo la sezione dedicata a questa comica “zizzania”, girata una quarantina di pagine, ci sono le “ortiche”. Una serie di personaggi decisamente tragici, la cui spontaneità confina strettamente con lo scarso adattamento alla vita, con un attrito continuo con quello che un lessico superficiale chiamerebbe “normale” corso del quotidiano. E, anzi, il loro vivere sembra adiacente a una tormentata confidenza con la morte, data o subìta, violenta o rassegnata.

Sembrano invece del tutto adattati a un mondo inospitale i protagonisti della sezione della “gramigna”. Erba infestante e resistente: questi depravati vivono negli interstizi della vita civile, trascorrendo il loro tempo fra alcol e bestemmie, caccia e pigrizia. La loro esistenza è solo uno spreco di tempo, protratto forse perfino sottraendo ossigeno a quelle che il senso urbano vorrebbe più nobili. Sorge il dubbio, incontrando questi relitti umani, che siano proprio loro ad aver vinto la lotta per la sopravvivenza, dimostrando di saper sopravvivere. Sopravvivere e basta.

Cristina Pasqua ha intitolato Forasacchi la sua raccolta di racconti in tre atti. Sono quelle fastidiose spighette che si aggrappano ai tessuti o ai peli delle bestie: questo garantisce loro un passaggio gratis attraverso lunghe distanze, verso destinazioni dove i loro semi potranno depositarsi e germogliare. Come i forasacchi, i personaggi di Pasqua si intrufolano nella fantasia del lettore, accompagnati da una scrittura asciugata fino all’estremo, fino a farsi linguaggio in codice. Non serve dilungarsi troppo; ma quel poco sono rapide pennellate che tratteggiano l’intera forma di vita di questo o quell’altro, esaurita in gesti minimi, in espressioni essenziali. Ciascuno di essi è un incontro sorprendente, che intratterrà piacevolmente chi legge, facendo scoprire un florilegio vitale inaspettato.

Cristina Pasqua

Forasacchi


pièdimosca, 136 pp., 12 euro

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